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Bello de nonna

Scritto da A cura di Lucilla Pizzoli | 29-ott-2021 7.00.00

In Italia ne abbiamo circa 12 milioni e, per il loro importantissimo ruolo sociale all’interno della famiglia, dal 2005 se ne celebra ufficialmente la festa il 2 ottobre, in coincidenza con il ricordo liturgico degli angeli custodi nel calendario cattolico. Di chi parliamo? Naturalmente dei nonni, generalmente i parenti preferiti per eccellenza. Gli scrigni di ricordi e vita vissuta.


La parola nonno/a, un po’ come mamma, nasce in epoca remotissima dalle prime sillabe pronunciate dai bambini (lallazione). Ne ritroviamo tracce nel sanscrito nana, nel greco nenna o nanne e nel latino nonnus/a. Dall’iniziale verso che usavano i neonati per indicare i genitori, questi termini hanno espanso la loro area semantica indicando, dapprima, “le balie o nutrici” e le “persone degne di rispetto” (in latino il nonnus indicava anche “il precettore” e in greco nonnos era “il padre”) e poi in epoca tarda “i monaci e le monache”. Nella stessa accezione, oggi in italiano utilizziamo i termini madre e padre per indicare dei “religiosi”. Il significato di “persona che ha preso i voti” permane in molte lingue europee, come l’inglese nun, il tedesco Nonne e nel francese nonne (meno usato rispetto a religieuse o bonne soeur) mentre, solo in italiano, il termine ha assunto il significato di “genitori del padre o della madre”.


In senso esteso, poi, usiamo questo vocabolo per indicare genericamente delle “persone vecchie”, quindi la frase sei un nonno rivolta ad un giovane vale a dire “ti comporti da vecchio” e vestirsi da nonno sta per “non essere alla moda, vestirsi da vecchio”. Inoltre, Indossare i mutandoni della nonna allude ad una biancheria intima poco sensuale. La locuzione il rimedio della nonna indica che, per risolvere una determinata situazione problematica, si ricorre ad “un metodo tradizionale, sviluppatosi nel tempo grazie all’esperienza delle generazioni” mentre, passando al cibo, la torta della nonna è una classica “crostata di pasta frolla con crema pasticcera e pinoli” e la coppa del nonno è il nome di un famoso “gelato confezionato in coppetta al gusto di caffè”. La stessa espressione è utilizzata in modo scherzoso nel gergo calcistico, in riferimento ad un “trofeo di poco valore”.


La parola nonnismo ne condivide la radice, ma è portatrice di tutt’altro significato. Nasce infatti negli anno Ottanta per indicare gli “atteggiamenti prevaricatori e intimidatori adottati nelle caserme dai membri più anziani (definiti nonni) verso le reclute per ottenere privilegi”. Fuori dall’ambiente militare, possiamo usare questo termine sempre in riferimento ad “atti di superiorità, insulti e vessazioni effettuate sul lavoro da membri più anziani ed esperti sui più giovani”. In quest’ultima accezione, sfioriamo la parola mobbing (ing. to mob “aggredire”) che descrive una “situazione di terrore, generalmente di natura psicologica, perpetrata da datori di lavoro o colleghi nei confronti di qualcuno che si vuole indurre ad uscire dal loro ambiente”.