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Caronte e Dante nell’universo di Massimo Giacon

Scritto da Chiara Barbato | 2-nov-2022 10.07.00

Se messo a confronto con il Caronte del Giudizio Universale di Michelangelo, muscoloso e stralunato, e all’equivalente vegliardo barbuto della celebre incisione di Dorè, il traghettatore di anime disegnato da Massimo Giacon decisamente non appartiene al nostro immaginario convenzionale. Ha fattezze solo vagamente umane, la pelle verde, il mento appuntito e i suoi occhi rossi “di bragia” sembrano luci di un semaforo. Più simile a un diavoletto alla Jacovitti che all’impietoso nocchiero di virgiliana e dantesca memoria, si trascina solitario con la sua barchetta tra i flutti agitati del fiume Acheronte. Non c’è traccia di quei peccatori che solitamente interferiscono con la sua missione e che è costretto a percuotere con il suo remo. Oltre al piano inclinato della distesa d’acqua, invece, fra le rive rocciose, scopriamo il profilo di Dante Alighieri: inconfondibile e tuttavia così diverso, sembra appartenere a quell’universo virtuale di cubi e pixel conosciuto come "Minecraft" e frequentato abitualmente dalle nuove generazioni.
Del resto Giacon, nato a Padova nel 1961, cresciuto a suon di cultura punk e underground, sa perfettamente interagire creativamente con il nostro tempo. Fumettista, illustratore e musicista, collaboratore di riviste quali Frigidaire, Alter, Linus e, più di recente, XL di Repubblica, coautore di alcuni libri con Tiziano Scarpa, è anche grafico e designer di talento, tanto da essere stato notato e apprezzato da Ettore Sottsass. Confida di essersi scoperto artista attraverso il lavoro del nonno rilegatore e grazie ai fogli illustrati della Divina Commedia che circolavano in casa, e gli piace saltuariamente cimentarsi con il Sommo Poeta: alcuni anni fa, ad esempio, ha realizzato per una nota ditta italiana una serie di sei statue “tascabili” in porcellana ispirate al capolavoro dantesco. Rimanendo in tema, Caronte è un’opera che Massimo Giacon ha realizzato quest’anno per "Bonobolabo" e porta la sua inconfondibile firma ludica e grottesca.

In foto: Massimo Giacon, Caronte, 2021. Courtesy dell’artista