Chi era a Roma durante le scorse settimane ha potuto godere di uno spettacolo del tutto particolare affacciandosi sul Tevere: un’installazione temporanea di cartone riciclabile dalla forma di un ponte lungo 18 metri fluttuava al di sopra del fiume all’altezza di ponte Sisto, sorretto da tre palloni gonfiati a elio.
Si trattava di un monumento insolito, opera di Olivier Grossetête, l’artista francese conosciuto in tutto il mondo per le sue costruzioni monumentali partecipative. Chiamato a reinterpretare quel lavoro di ingegneria mai terminato che Papa Paolo III Farnese commissionò a Michelangelo Buonarroti per collegare il palazzo di famiglia – Palazzo Farnese, oggi sede dell’Ambasciata di Francia - ai giardini fuoriporta della Villa Farnesina (oggi sede dell’Accademia dei Lincei), Grossetête ha finalmente compiuto il progetto del ponte Farnese.
Dopo quasi 500 anni, il progetto ha trovato nuova vita, aprendo la collettività a nuove riflessioni. L’opera diventa il simbolo dell’unione tra i popoli, francese e italiano, - come lo stesso significato del ponte rappresenta da sempre in tutte le culture – celebrandone la collaborazione, ma della costruzione perde la robustezza, la solidità e anche la funzione della struttura, trasformandosi in un’installazione temporanea, effimera e inaccessibile.
Il lavoro dell’artista francese ha segnato un altro forte legame, quello tra l’arte e il sociale. Di fatto l’Accademia dei Lincei ha messo a disposizione alcuni spazi per ospitare il laboratorio collettivo dove tutti i cittadini, in particolare giovani e giovanissimi, hanno partecipato alla costruzione dei pezzi che compongono l’opera.
Se da sempre i ponti hanno collegato città, nazioni, continenti e soprattutto persone, entrando nella quotidianità di interi popoli non solo come mere infrastrutture ma come simbolo di unione, nella città di Roma che conta tanti di questi elementi architettonici - su alcuni dei quali si è svolta anche parte della sua intramontabile storia - questo piccolo, simbolico, temporaneo capolavoro di cartone ha restituito il sogno di un grande genio del Rinascimento, ha consolidato l’amicizia tra due popoli e ha unito ancora di più la collettività cittadina.