In occasione della Giornata mondiale della poesia che si celebra il 21 marzo, vogliamo approfittare per una riflessione a proposito di questo genere letterario, a partire proprio dalla sua definizione: cos’è dunque la poesia?
La questione è meno banale di quanto possa apparire ad un primo momento. Nell’età contemporanea, infatti, anche in letteratura così come in pittura e in musica, gli autori hanno rotto i rigidi schemi formali che hanno caratterizzato il genere per secoli: per questo, ancora oggi non è facile dire se un certo testo sia una poesia oppure no.
Ma possiamo aggrapparci a qualche punto fermo, ripartendo proprio dal nome del genere e facendo un po’ di storia.
Nel linguaggio tecnico, infatti, si parla di genere lirico, un nome che fa riferimento alle origini di questa forma espressiva: nata in Grecia, essa consisteva in linea generale in un canto (a una voce o di un coro) accompagnato da uno strumento a corde, la lira.
A tale aspetto (e si ricordi in proposito che, come abbiamo già avuto modo di dire, poesia e musica sono tornati ad essere la stessa cosa con i primi poeti in una lingua volgare romanza, i Trovatori), corrispondeva un certo contenuto, poiché oggetto di questi canti erano principalmente argomenti d’occasione.
In questa forma era inoltre possibile esprimere anche pensieri e sentimenti personali: tra i primi poeti lirici si annovera infatti Saffo, poetessa apprezzata già mentre era in vita e divenuta un personaggio mitico fin dall’antichità, che per prima ha saputo dire in versi, in un componimento iconico comunemente identificato Ode alla gelosia, del mal d’amore:
«Pari agli dèi mi appare lui, quell'uomo
che ti siede davanti e da vicino
ti ascolta: dolce suona la tua voce
e il tuo sorriso
accende il desiderio. E questo il cuore
mi fa scoppiare in petto: se ti guardo
per un istante, non mi esce un solo
filo di voce,
ma la lingua è spezzata, scorre esile
sotto la pelle subito una fiamma,
non vedo più con gli occhi, mi rimbombano
forte le orecchie,
e mi inonda un sudore freddo, un tremito
mi scuote tutta, e sono anche più pallida
dell'erba, e sento che non è lontana
per me la morte.
Ma tutto si sopporta, poiché ...»
Questo tipo di contenuti, oltre che la musicalità, sono rimasti nel tempo e sono ancora oggi gli elementi principali del genere lirico, e permettono anche di distinguere un testo poetico da un testo appartenente a un altro genere letterario.
Con un’altra grande poetessa vogliamo chiudere il nostro intervento, condividendo i versi di una delle poetesse italiane più grandi di sempre, Alda Merini, nata proprio il 21 marzo del 1931. Ecco un componimento dalla raccolta La volpe e il sipario (1997):
Ascolta il passo breve delle cose
-assai più breve delle tue finestre-
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato: la tua donna.
È fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c’è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.