Il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Pace, data simbolica scelta e sancita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981.
Il tema, si direbbe, è troppo vasto per essere circoscritto alle riflessioni di 24 ore, ma le giornate internazionali, in questa come in altre occasioni, rappresentano un utile stimolo per porre un’attenzione più profonda su problemi globali e per spingere le istituzioni e i governi ad accelerare le azioni già intraprese o da intraprendere per la soluzione di essi.
Nel 2020 il Libro nero dell’Umanità del ricercatore americano Matthew White ci ha informato con contezza numerica su quali sono state le guerre e i crimini più atroci della storia: non stupisce, in vetta all’agghiacciante classifica, la presenza della Seconda Guerra mondiale, causa di circa 70 milioni di morti, seguita dalle invasioni mongole di Gengis Khan (XIII secolo) e, tornando nel Novecento, dalle campagne di collettivizzazione forzata cinese di Mao Zedong (1949-76), che avrebbero mietuto ciascuna circa 40 milioni di vittime.
Anche oggi, purtroppo, in alcune aree del mondo, i conflitti rimangono all’ordine del giorno e la popolazione civile è costretta a conviverci e a farne le spese principali. La Giornata Internazionale della Pace invita tutti i Paesi a rispettare la cessazione delle ostilità e a osservare la ricorrenza con iniziative di formazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, iniziative rivolte soprattutto a chi ha la fortuna di non essere quotidianamente coinvolto dagli orrori e dalle ingiustizie della guerra.
Qui il sito dell’International Day of Peace