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Giubileo, tra passato e presente

Scritto da A cura di Lucilla Pizzoli | 21-mar-2023 14.21.00

Sapete a quando risale il primo giubileo della storia cristiana? Dobbiamo tornare indietro di un bel po’ di anni, fino al 1300, quando Papa Bonifacio VIII istituì l’Anno Santo, durante il quale tutti i fedeli che avessero visitato le basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura, a Roma, avrebbero ottenuto l’indulgenza plenaria, ossia il perdono di tutti i peccati.

Tuttavia, sappiamo che questa tradizione ha radici ben più antiche, risalendo alla cultura ebraica secondo la quale ogni 50 anni si prevedeva un anno di riposo della terra, per renderla più fertile. Questo periodo straordinario veniva annunciato tramite il suono di un corno di ariete, in ebraico yobel, al cui nome si ispira il nostro termine giubileo

Attualmente, il giubileo cristiano viene indetto in modo ordinario ogni 25 anni, ma è possibile che il pontefice ne proponga di straordinari in occasione di ricorrenze specifiche o momenti critici. Ad esempio, dopo il canonico giubileo del 2000, Papa Francesco ha indetto nel 2015 un giubileo straordinario, chiamato “il Giubileo della Misericordia” e comunicato con la bolla di indizione Misericordiae Vultus. In questo testo, il pontefice ha definito la misericordia (dal lat. miserere “avere pietà” e cor “cuore”, ossia “avere la pietà nel cuore”) come “la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre, nonostante il limite del nostro peccato”. La motivazione che il Papa ha fornito ai fedeli per l’indizione di questo grande evento è stata la “necessità per la Chiesa di offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio in un momento di grandi cambiamenti epocali”, un Anno Santo durante il quale “sentire la gioia di essere stati ritrovati da Gesù che è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti”. 

Pensate forse che il prossimo giubileo “canonico”, quello del 2025, sarà quindi meno ispirato? Sembra di no: il Papa ha, infatti, chiesto che i due anni antecedenti all’evento costituiscano un vero e proprio momento di preparazione in cui, prima, dedicarsi alla riscoperta dei contenuti del Concilio Ecumenico Vaticano II, e poi aprirsi alla preghiera individuale e comunitaria, sulla quale sarà incentrato tutto l’anno liturgico 2024: il prossimo anno è stato programmaticamente definito come “una sinfonia di preghiera”. Conoscete invece il motto scelto ad hoc per il futuro giubileo? È “pellegrini di speranza”, per mandare un messaggio di fiducia ritrovata, dopo la crisi mondiale dovuta alla pandemia da Covid-19, nell’ottica di un vero moto di rinascita che non prescinda dalla fraternità universale.

Insomma, che dire: per credenti e non, si prospettano sicuramente due anni ricchi di avvenimenti epocali che, in un modo o nell’altro, saremo destinati a ricordare. Uno su tutti, la consueta riapertura della Porta Santa presso la Basilica di San Pietro, operazione che si effettua esclusivamente durante l’anno giubilare. A seguito di questa prima, importante, apertura si prosegue con quella delle quattro basiliche maggiori di Roma (San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore), per essere poi nuovamente murate al termine dell’anno giubilare. Una tradizione suggestiva, non credete?