Abbiamo appena chiuso un anno molto ricco di eventi culturali, mostre d'arte e presentazioni di libri a Palazzo Firenze e la redazione del blog di Dante global è già al lavoro sugli incontri dei primi mesi del 2023.
Cosa leggeremo? Ecco alcune anticipazioni su alcuni volumi di cui tratteremo a inizio 2023; tra saggi di attualità e storia, letteratura classica e contemporanea, poesia e arte, al centro dell'attenzione ci sarà sempre la lingua italiana, il suo insegnamento e la sua diffusione nel mondo, la sua capacità di veicolare arte, dialogo, cultura e - soprattutto - pace.
Chissà che tra questi titoli non ci sia l'idea giusta per un regalo dell'ultimo minuto in vista del Natale? Sinossi e biografie sono a cura degli editori.
Una terribile guerra provoca morti e distruzioni in Ucraina e si ripercuote sul resto del mondo, con effetti gravissimi sugli approvvigionamenti alimentari in Africa, anche se a fare notizia sono soprattutto quelli energetici, da cui l’Europa dipende. Nonostante i legami commerciali con la Russia, l’Occidente non ha saputo ricreare quella comunicazione che era usuale al tempo dell’Unione Sovietica; gli scambi di merci non hanno potuto compensare la mancanza di dialogo politico. Le guerre non risolvono i contrasti o le crisi internazionali come hanno insegnato innumerevoli precedenti. Occorre più che mai la trattativa, la mediazione e la pacatezza di giudizio; morte e distruzione non cesseranno senza negoziati e concessioni, purtroppo gravose. La pandemia e la guerra in Ucraina stanno scardinando la globalizzazione, portando mutamenti, sia nei Paesi più ricchi, dove risorgono i nazionalismi, sia in quelli socialmente ed economicamente più fragili. In Africa si disgregano i sistemi sociali tradizionali e i modelli neoliberisti portano alla disaffezione dalla politica e il conseguente governo dei tecnici, spesso militari golpisti.
MARIO GIRO, viceministro degli Esteri dal 2013 al 2018, ha insegnato Storia delle relazioni internazionali all’Università per Stranieri di Perugia. È membro della Comunità di Sant’Egidio di cui è stato responsabile delle relazioni internazionali dal 1998 al 2013. È Amministratore unico di Dante Lab, Società Dante Alighieri.
Una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, è la vera protagonista, non l’ambientazione, di questa raccolta. Nove racconti, alcuni di respiro romanzesco, in cui riconosciamo una città contraddittoria che ridefinisce sempre se stessa, trasformandosi di generazione in generazione in un amalgama, in un viavai ibrido di stranieri e romani che si sentono comunque sempre tutti fuori posto. Segnati da un ambiente al contempo ospitale e ostile, i personaggi che abitano questi racconti vivono momenti di epifania ma anche violente battute di arresto. Così Il confine descrive le vacanze di una famiglia in una casa della bella campagna romana, ma la voce narrante è quella della figlia del custode che un tempo faceva il venditore di fiori in città e nasconde una ferita. Ne Le feste di P. un uomo rievoca le animate serate nell’accogliente casa di un’amica che non c’è più. La scalinata, una storia corale di quartiere, raduna sei personaggi, diversissimi per origine e appartenenza, attorno a un ritrovo comune, un saliscendi continuo di vita nel centro di Roma. Nella Processione una coppia cerca invano in città consolazione e sollievo per un episodio del passato che ha segnato tragicamente le loro vite. In Dante Alighieri il poeta affiora rigoroso e a suo modo inedito nella vita di una donna americana trasferitasi in Italia, tra memorie del passato e inadeguatezze del presente, finché incipit vita nova. L’andamento della scrittura è riconducibile agli autori italiani del Novecento che Jhumpa Lahiri conosce e profondamente ama, a partire da Moravia che riecheggia nel titolo. Ma i temi di questo libro, il quinto che l’autrice scrive direttamente in italiano, sono tutti suoi: lo sradicamento, lo spaesamento, la ricerca di un’identità e di una casa, il sentimento di essere stranieri e soli ma, proprio per questo, in lotta e vitali.
Jhumpa Lahiri è nata a Londra da genitori bengalesi. Cresciuta negli Stati Uniti, ha insegnato a Princeton e attualmente insegna al Barnard College della Columbia University. Vive tra Roma e New York.
Più volte papa Francesco ha parlato della rinuncia al pontificato come di qualcosa che potrebbe verificarsi ancora in futuro (non necessariamente nel “suo” futuro), fino a divenire usuale.
Ora, a quasi dieci anni dal gesto di Benedetto XVI, autorevoli storici, giuristi e osservatori si confrontano su un tema delicatissimo che continua ad attirare l’attenzione del mondo intero, soprattutto perché tuttora privo di qualunque regolamentazione giuridica.
L’esame dei precedenti storici e dell’elaborazione canonistica sviluppatasi prima e dopo Celestino V, offre qui lo spunto per una riflessione che vale anche come proposta da consegnare a chi, nella Chiesa, dovrà decidere e legiferare.
Con i contributi di Geraldina Boni, Cristiana Caricato, Amedeo Feniello, Massimo Franco, Gianfranco Ghirlanda, Valerio Gigliotti, Paolo Golinelli, Johannes Grohe, Mario Prignano, Roberto Regoli, Roberto Rusconi
Amedeo Feniello insegna Storia medievale al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila.
Mario Prignano è giornalista e caporedattore centrale del Tg1 nonché storico della Chiesa e del papato
La nobiltà italiana fu un’élite che conservò fino al Novecento alcuni elementi fondamentali della sua cultura quali la famiglia e la riproduzione all’interno del proprio ceto contraendo matrimoni che solo in misura relativa riguardarono partners borghesi. A fronte di un declino complessivo della sua presenza dentro le istituzioni politiche che riguardò tutta l’Europa, nella nobiltà italiana si formò una super élite formata da circa 200 famiglie che restarono al potere dal 1861 al 1943 trasmettendolo al loro interno lungo le linee della parentela. Da questo punto di vista la nobiltà italiana ebbe una capacità di resilienza e di riconversione assai elevata adeguandosi ai cambiamenti di regime e conservando al tempo stesso i propri tratti culturali.
Maria Malatesta ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Bologna
Gli studenti con altissime abilità necessitano di un percorso linguistico che tenga conto delle loro caratteristiche per evitare l'insorgenza di problematiche che possono portare all'insuccesso. E fondamentale essere a conoscenza delle potenzialità e dei bisogni dello studente con plusdotazione per saperli gestire adeguatamente nella classe di lingua. Nel volume viene spiegato chi sono gli studenti con altissime abilità, quali sono i loro tratti distintivi (generali e nell'acquisizione linguistica) e come includerli positivamente nella didattica. Vengono, inoltre, trattati alcuni dei fondamenti della didattica delle lingue in ottica inclusiva. Nella seconda parte del volume sono contenuti esempi di lezioni, divisi per fasce d'età, per studenti con altissime abilità.
Alberta Novello è ricercatrice di didattica delle lingue moderne presso il Dipartimento di Studi linguistici e letterari dell'Università degli Studi di Padova
Ventitré personaggi, altrettante storie e un lungo viaggio. Che attraversa un millennio di storia e tre civiltà. Dalle quali è nata la nostra. Per ricordare che poche cose restano al fondo di una vita, forse una sola, ed è quanto abbiamo saputo amare. Che tutto nasce dall’amore: anche le leggi, le istituzioni, la scienza o la poesia, figlie, come sapeva Socrate, del desiderio di generazione, dunque di creazione e costruzione. Che la pietà ci rende degni di essere uomini, perché la forza della legge non è la legge della forza. Che la libertà non è un dono ma un impegno. Che il desiderio non è un diritto e non esistono diritti senza contropartita di doveri. Che nulla è onnipotente e fragile come la parola, che può cambiare il corso della storia e quello di una vita. Che tutto è linguaggio, anche il denaro, il tempo o il potere. Che quando le parole perdono senso è la civiltà che l’ha perduto. Che in ogni vita ci sono molte vite: quella che viviamo o abbiamo vissuto, quella che vorremmo o avremmo voluto vivere, quella che non vivremo mai, ma la lettura rende comunque nostra. Appassionandoci, commuovendoci, facendo nostri amori, ambizioni, lutti e delusioni, miserie, grandezze ed ogni imprevedibile azzardo del destino.
Maristella Mazzocca giornalista pubblicista, è stata docente nei Licei e poi collaboratrice di quotidiani e riviste. È Presidente del Comitato di Padova della Società Dante Alighieri.