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L’incontro tra Dante e il leone. L’inferno di Irene Carbone

Scritto da Chiara Barbato | 17-feb-2022 9.34.08

“ma non sì che paura non mi desse
 la vista che m’apparve d’un leone.
 Questi parea che contra me venisse
 con la test’alta e con rabbiosa fame,
 sì che parea che l’aere ne tremesse”

All’inizio del suo viaggio, addentrandosi nella selva oscura, Dante si imbatte con le tre fiere. Gli animali gli si parano davanti uno dopo l’altro, minacciosi e famelici, e il poeta ne è terrorizzato. Non è solo un turbamento istintivo quello che Dante avverte: come ben noto le tre bestie rappresentano quegli “impedimenta” che ostacolano il cammino del protagonista verso la salita del colle, ovvero il raggiungimento della salvezza, nella vita reale come nella narrazione. Se la lonza simboleggia la lussuria e la lupa la cupidigia, il leone è un’allegoria della superbia o, secondo un’interpretazione parallela e non contraria, della violenza.

Il felino immaginato da Irene Carbone per la mostra “Suggestioni dantesche”, tenutasi lo scorso maggio al Museo del fumetto di Cosenza, occupa quasi tutto lo spazio del riquadro, lasciando ben poco agio all’esile figura del poeta. Grande e grosso, tuttavia, più che far tremare l’“aere”, suscita una velata simpatia: il “gattone”, curioso e davvero un po’ superbo come tutti i suoi simili, può aver sul momento sconcertato Dante, che guarda di soppiatto in direzione dell’animale, ma non sembra poi così pericoloso.

La lettura ironica e scanzonata calza a pennello alla giovane illustratrice torinese, formatasi al liceo artistico e alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. Parte attiva con Irene Frigo del duo creativo Irene&Irene, dal 2015 crea opere murarie per la riqualificazione del territorio torinese, lavora per riviste e case editrici e dal 2018 collabora con lo Studio 8 Sanbernardino di Torino, spazio dedicato alla promozione e alla divulgazione dell’arte. La sua ricerca “si concentra sull'umanità e sulla complessità dei suoi comportamenti”. Piccolo e “corsivo” acquerello, in bilico tra la leggerezza e le inquietudini del nostro “bestiario” quotidiano, il suo Inferno serve anche a questo, a suggerire trame inaspettate.

In foto: I. Carbone, Inferno, 2021, acquerello su carta, cm 25x25. Courtesy dell’Artista.