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L'intelligenza artificiale creatrice di testi

Scritto da Aldina Giulia Villari | 9-mag-2023 10.18.46

30 novembre 2022: una data che rimarrà nella storia. In questo giorno, infatti, è venuto al mondo ChatGPT, un chatbot – questa la definizione tecnica – specializzato nella conversazione con un utente umano, basato su intelligenza artificiale, capace di apprendimento automatico e sviluppato dalla società OpenAI.
Una rivoluzione, a detta di molti, paragonabile o forse persino superiore all’avvento di Internet. Perché? Perché ChatGPT è la prova che l’intelligenza artificiale ha già raggiunto un notevole livello di sviluppo. 
Dove porterà questa nuova tecnologia? L’umanità finirà dominata da un computer, come HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick? Queste sono solo alcune delle domande che l’uscita di ChatGPT ha suscitato tra gli esperti e nella società civile. 
Gli stessi informatici che hanno creato questi software infatti – in primis Geoffrey Hinton, che ha lasciato Google a fine aprile, a suo dire, proprio per poter parlare liberamente al mondo di queste nuove tecnologie – ne hanno evidenziato i rischi: cyber-attacchi sempre più sofisticati, truffe e notizie false sempre più credibili, possibile controllo sugli utenti da parte di regimi non democratici, solo per citarne i più immediati. 
Persino l’imprenditore digitale Elon Musk, noto per essere particolarmente aperto e favorevole alle innovazioni, ha recentemente firmato un appello alle aziende e ai governi insieme ad altri imprenditori e accademici di tutto il mondo per chiedere che sia fermato per sei mesi l’addestramento di ChatGPT, evocando “grandi rischi per l'umanità” e chiedendo che in questo tempo i governi definiscano delle regole precise per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano più "accurati, sicuri e affidabili".
È così che, anche dopo che il 20 marzo si è verificato un problema tecnico che ha reso pubblici la cronologia delle domande degli utenti e i loro dati personali, il 30 marzo il Garante per la privacy italiano ha bloccato ChatGPT, accusando la società sviluppatrice di aver costruito un enorme database fuori da ogni regola e di non offrire alcuna garanzia sul trattamento delle informazioni personali. L’accesso alla piattaforma è stato poi ripristinato meno di un mese più tardi, il 28 aprile, dopo che OpenAI ha fornito rassicurazioni in merito a trasparenza e diritti.
Tutte queste questioni, sollevatesi in meno di sei mesi dalla messa online di ChatGPT, hanno portato l’Unione Europea a sentire l’urgenza di fissare delle regole per lo sviluppo di questa tecnologia. A dire la verità, l’Europa si era già data da tempo da fare in merito: ad aprile 2021, infatti, aveva presentato l’AI Act, il primo insieme di norme proposto da un importante regolatore mondiale volto a favorire l’impatto positivo dell’intelligenza artificiale: un approccio che si distingue sia da quello cinese (in Cina, Iran, Russia e ad Hong Kong, ChatGPT è bloccato) che da quello del tutto liberista americano.
L’entrata in vigore della legge, ora implementata con nuove indicazioni aggiunte dopo l’avvento di ChatGPT, dovrebbe avvenire solo a inizio del 2026 ma l'effetto dovrebbe essere in parte anticipato con la sua approvazione, quando tutti sapranno quali regole si devono rispettare. L’iter prevede che il testo arriverà l'11 maggio in commissione e un mese dopo in Aula.