Nei percorsi di studio delle lingue straniere per decenni la cultura – nel senso più ampio del termine - è stata spesso disconosciuta, poi relegata a un ruolo minore. Totalmente assente nei corsi basati su principi strutturalisti; chi non ricorda le pagine di tanti manuali di studio che, dopo un minuzioso lavoro linguistico, presentavano alla fine di ogni capitolo solo un’esigua sezione dedicata alla “civiltà”, un breve testo che avrebbe dovuto assolvere al compito di rappresentare la cultura del Paese? Fortunatamente oggi tutto ciò appare anacronistico, in particolare quando si parla di italiano per stranieri. In tal senso la cultura diviene parte e al tempo stesso contesto della competenza comunicativa, ne rappresenta le forme, le varietà, le sfumature.
Al contempo l’inscindibile binomio “lingua e cultura italiane” può esser visto da altri punti di vista, ad esempio quello che individua la lingua italiana come ancella, asservita all’universalità del patrimonio culturale italiano. È innegabile che la cultura italiana si studi in modo ampio e diffuso non solo mediante la nostra lingua, ma attraverso tante lingue del mondo. Se ciò appare pienamente accettabile e funzionale alla divulgazione di contenuti che interessano un pubblico enorme, andrebbe rimarcata l’importanza di studiare la nostra cultura anche e soprattutto attraverso la lingua italiana. Si possono studiare la grande arte italiana, l’architettura, il design, la gastronomia, ma fino a che punto è possibile comprendere e apprezzare questi temi se non attraverso la conoscenza della lingua? Basti pensare all’opera lirica, che riesce ad appassionare anche chi non comprende il significato di ciò che si sta cantando, ma che si disvela pienamente nella sua grandezza quando il senso pieno della musica e del libretto vengono colti in ugual misura.
Lingua e cultura, dunque, sempre integrate in una continua spirale dinamica in cui l’una genera l’altra e viceversa. Così da scongiurare che la cultura diventi immagine ferma, rigida, stereotipo. Anzi, che “rimanga” stereotipo, perché gli stereotipi sono punti di vista e semplificazioni da cui nella classe di lingua si può partire, per intraprendere un cammino che li decostruisca e li superi in una prospettiva interculturale.
Proprio con questo approccio abbiamo voluto proporre nell’offerta dei corsi estivi Dante.global un percorso di laboratori tematici chiamato “Un tuffo in Italia”, un ciclo di 8 incontri in cui l’arte, la musica, l’enogastronomia e, più in generale, la grande cultura italiana saranno protagoniste di narrazioni e di laboratori didattici.