Nei primi anni del ‘900 il lessico calcistico italiano era quasi esclusivamente formato da termini inglesi, perché lo sport proveniva dall’Inghilterra ed era seguito soltanto da un’élite. Con il Fascismo le cose cambiarono per via dell'ordine di Mussolini di italianizzare il linguaggio del calcio: ad esempio, il Milan fu ribattezzato il Milano mentre l’Inter l’Ambrosiana. Tra i termini inglesi che da allora sopravvivono ancora oggi abbiamo assist (“passaggio”), dribbling (“movimento per saltare l’avversario”) e tackle (“entrata in scivolata”). Dopo la dittatura, gli anglicismi iniziarono a diffondersi nuovamente e oggi costituiscono circa il 70% dei forestierismi nel lessico calcistico italiano. Da qualche anno a questa parte, invece, assistiamo anche all’ingresso in pianta stabile nel gergo calcistico di termini spagnoli o alla fusione di alcuni di essi con le parole inglesi, come testimonia il vocabolo goleador (goal e toreador). Tra gli ispanismi più diffusi ricordiamo triplete “la vittoria di 3 competizioni nella stessa stagione”; sombrero “calcio con cui si fa passare il pallone sopra la testa di un avversario”; rabona “modo di calciare il pallone incrociando le gambe” e tiki taka (coniata da un giornalista spagnolo nel 2006, è un’espressione onomatopeica - tic tac - che indica “dei passaggi di palla continui tra i membri di una stessa squadra per stancare gli avversari”. Anche alcuni modi di dire che usiamo di frequente derivano dal mondo del pallone, ad esempio salvarsi in corner vuol dire “risolvere una situazione all’ultimo minuto” mentre fare autogol è sinonimo di “autodanneggiarsi” e prendere in contropiede vuol dire “cogliere di sorpresa qualcuno mentre sta facendo qualcosa”.
Per la sua storia, merita una menzione speciale la parola derby. Questo termine ha origine dal nome dell’omonima cittadina Inglese (Derby) che, secondo alcuni studiosi, significherebbe “villaggio dei cervi” ma secondo altri sarebbe un’alterazione del nome latino derventio “campo militare romano anticamente costruitovi”. Il nesso tra il nome della città e lo sport avvenne nel 1780, quando il 12° conte di Derby istituì una corsa ippica denominata, appunto, derby che venne poi ripresa in molte nazioni europee quando si diffuse l’allevamento del cavallo purosangue. Il primo derby (ippico) italiano si disputò nel 1884 in onore del re Umberto I e fu denominato il Derby Reale ma il passaggio dall’ippica agli altri sport, e soprattutto ad indicare con la parola derby una competizione tra due squadre di calcio della stessa città, è avvenuto nel Novecento, prima in inglese e poi in italiano. Nel 1914, infatti, per la prima volta il Daily Express utilizzò l’espressione local derby “derby locale” per annunciare la partita di calcio tra il Liverpool e l’Everton; solo nel 1956 la parola derby viene inserita nel Dizionario Enciclopedico italiano con questo significato (la parola “locale” è sottintesa).
In senso figurato, nel linguaggio giornalistico riferito alla politica si è parlato di derby o derby in casa per indicare “la competizione tra diversi personaggi politici appartenenti ad uno stesso partito in vista delle elezioni primarie”. Allo stesso modo, è stata usata l’espressione derby in casa in riferimento alla programmazione di determinate emittenti televisive che, contemporaneamente, mandavano in onda su diversi canali programmi simili per contenuto, livello di audience atteso o target di pubblico. Infine, un sinonimo di derby è la stracittadina, termine utilizzato anche come aggettivo, ad esempio nell’espressione manifestazione stracittadina. Questa parola è composta dal prefisso superlativo stra-, che intensifica il valore dall’aggettivo cittadino/a e quindi il suo significato vale a dire “cittadinissima, che presenta gli aspetti più caratteristici di quella città”.
La canzone della settimana
Un’estate italiana, più conosciuta come Notti magiche, è il brano che accompagnò i mondiali di calcio del 1990, disputatisi proprio nella nostra penisola. Si tratta dell’adattamento in italiano, realizzato da Edoardo Bennato e Gianna Nannini, del brano internazionale To be Number One ed ebbe un successo strepitoso, tanto da essere ricordato come l’ultimo 45giri prima della scomparsa di tale supporto. Il brano fu cantato durante la cerimonia inaugurale dei mondiali l’8 giugno 1990 a Milano.
La canzone presenta un chiaro richiamo all’emozione patriottica per la propria squadra, il cui percorso nella competizione è vissuto dai tifosi come un’avventura, con il cuore in gola, un brivido, una notte magica, un sogno, una favola, perché dagli spogliatoi escono i ragazzi e siamo noi. Allo stesso modo, il brano richiama un forte senso di unione internazionale con le espressioni: senza frontiere, una giostra di colori, le bandiere, un abbraccio.
Un’estate italiana (conosciuta anche come Notti magiche)
Forse non sarà una canzone
A cambiare le regole del gioco
Ma voglio viverla così quest’avventura
Senza frontiere e con il cuore in gola
E il mondo in una giostra di colori
E il vento accarezza le bandiere
Arriva un brivido e ti trascina via
E sciogli in un abbraccio la follia
Notti magiche
Inseguendo un goal
Sotto il cielo
Di un’estate italiana
E negli occhi tuoi
Voglia di vincere
Un’estate
Un’avventura in più
Quel sogno che comincia da bambino
E che ti porta sempre più lontano
Non è una favola – e dagli spogliatoi
Escono i ragazzi e siamo noi
noi
Notti magiche
Inseguendo un goal
Sotto il cielo
Di un’estate italiana
E negli occhi tuoi
Voglia di vincere
Un’estate
Un’avventura in più
Notti magiche
Inseguendo un goal
Sotto il cielo
Di un’estate italiana
E negli occhi tuoi
Voglia di vincere
Un’estate
Un’avventura in più
Un’avventura
Un’avventura in più
Un’avventura goal!
FONTE
https://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_gianna_nannini_1854/testo_canzone_notti_magiche_1298218.html
CREDITI
AUTORI: Giorgio Moroder, Edoardo Bennato e Gianna Nannini
ANNO: 1990