La penisola italiana è ricca di tradizioni che riguardano l’artigianato tessile e non a caso la moda made in Italy è celebre in tutto il mondo.
Provando a percorrere il Paese da nord a sud alla ricerca delle storie più interessanti, partiamo da Chardonnay, una frazione di Champorcher, in Valle d’Aosta, dove l’antica arte della filatura e tessitura della canapa su tela in legno di larice permetteva di realizzare prodotti rustici e robusti che possiamo acquistare ancora oggi; la seconda tappa obbligata del nostro itinerario ci porta nella lombarda Como, per fare visita all’unico museo italiano interamente dedicato alla seta, che documenta la vocazione tessile della città dal Rinascimento al Novecento, con esempi di utensili e macchinari usati nelle varie fasi produttive, dall’allevamento del baco alla tessitura e tintura delle stoffe. Ci dirigiamo poi alla volta di Genova che, sin dal Quattrocento, veniva considerata una delle capitali dell’arte tessile non solo per la produzione di damasco, ma anche di macramè e lampasso. A proposito dei nomi di queste tessiture, se il damasco prende il suo nome dalla siriana città di Damasco, la parola macramé “merletto pesante di fili intrecciati e annodati” entra in italiano dalla versione genovese del termine arabo māḥrama “fazzoletto”, mentre il lampasso deriva dal francese lampas, affine a lambel “pezzo di stoffa” ed è un “tessuto pregiato per tappezzeria e tendaggi prodotto da una trama di seta, spesso in oro o argento, che risalta su un fondo di raso”.
Scendendo un po’, troviamo la città di Reggio Emilia e i suoi dintorni, nella valle del Lamone, celebri per il lavoro di ricamo di tessuti in lino e seta, con l’utilizzo di tutti i punti di ornato, compreso il norvegese hardanger; mentre al centro, nelle Marche, alcuni antichi laboratori artigianali realizzano ancora oggi tovaglie con i bordi decorati tramite la classica tecnica dei liccetti, dando vita a draghi, leoni, aquile e alberi della vita che ritroviamo anche nei capolavori artistici di molti pittori, come nell’Ultima cena di Leonardo o nelle Nozze di Cana di Giotto. Se ci spostiamo in Toscana, scopriamo che, grazie alla cultura bizantina e ai successivi contatti con la Cina, la città di Lucca divenne famosa tra il Due e il Trecento per la sua produzione serica (della seta) con manufatti preziosi, ricamati con fili d’oro e motivi orientali come dragoni, fenici, pavoni, pappagalli e altri animali esotici. Infine, una volta arrivati nel meridione, in provincia di Catania, scopriamo che la cittadina di Mirabella Imbaccari è definita da inizio Novecento “la città del tombolo”: si tratta di una tecnica di realizzazione del merletto che prevede l’uso di piccoli fusi e di un cuscino detto appunto “tombolo”, per realizzare ricami molto fitti.
Abbiamo visto velocemente soltanto qualche tappa dei possibili itinerari da percorrere in Italia alla scoperta delle antiche tradizioni artigianali come quelle del ricamo e della tessitura e terminiamo ricordando che quest’arte è talmente radicata ne nostro territorio da aver dato origine anche ad alcuni modi di dire. Ad esempio, l’espressione dare del filo da torcere, ossia “ostacolare qualcuno”, che allude alla complessa fase di torcitura del tessuto; mentre fare il filo a qualcuno cioè “corteggiare qualcuno” è un’espressione che probabilmente deriva dall’osservazione del baco da seta che prepara il filo in vista del bozzolo.
Insomma, non ci resta che metterci in viaggio per scoprire tutte queste meraviglie!