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A carnevale ogni scherzo vale

Scritto da A cura di Lucilla Pizzoli | 25-feb-2022 10.00.00

Un famoso proverbio popolare che sicuramente conoscerete recita: “l’epifania tutte le feste si porta via”, ma in men che non si dica le vetrine e i banconi delle pasticcerie si riempiono già di frappe e castagnole, per fare spazio al carnevale dove “ogni scherzo vale”! Ogni anno, però, ci guardiamo attorno smarriti, alla ricerca di qualche certezza su quando sia davvero carnevale, per poter fare legittimamente scherzi e beffe d’ogni genere, restando impuniti. Non è così?



Infatti questa festa di origine pagana, poi adottata dal cristianesimo con un nuovo significato, non ha una data fissa, ma inizia la prima delle nove domeniche che precedono la Pasqua. Nella penultima di queste settimane cade il cosiddetto giovedì grasso, seguito in quella successiva dal martedì grasso, ultimo vero giorno di carnevale. Festa e baldoria si abbandonano, dunque, nel giorno del famoso mercoledì delle ceneri, che segna l’inizio della quaresima: i quaranta giorni di raccoglimento che precedono la Pasqua.

La parola carnevale (con le sue varianti regionali, come il fiorentino antico carnasciale) deriva dal latino carnem levare o laxare che anticamente si riferiva al “banchetto di addio alla carne celebrato il martedì antecedente al mercoledì delle ceneri”. Proprio per il suo precedere un lungo momento di riflessione e penitenza, il carnevale rappresenta, per eccellenza, la festa delle danze, del riso, degli scherzi e dei travestimenti, insomma un addio ai piaceri della vita! Addirittura, gli studiosi affermano che la tradizione di mascherarsi derivi da un’usanza dell’antico Egitto, importata dai romani, che prevedeva processioni mascherate alla fine del vecchio anno, per esorcizzarne la morte e propiziare la fecondità di quello nuovo in arrivo.

Se il carnevale più famoso e spettacolare al mondo è sicuramente quello di Rio de Janeiro, durante il quale sfilano per le strade gruppi di ballerini di samba legati ad un particolare quartiere, sicuramente l’Italia non è da meno in quanto a creatività! Ogni regione, infatti, dà il massimo in occasione di questa ricorrenza: a Viareggio abbiamo i carri allegorici, che diventano strumenti di satira politica e sociale; ad Acireale la tradizione prevede carri infiorati e maschere che deridono l’aristocrazia locale (come l’abbatazzu, un finto prete spara-sentenze, o i baruni, finti signorotti); dulcis in fundo, Venezia ospita probabilmente il carnevale più famoso d’Italia, nel quale i partecipanti sfoggiano sin dal Duecento maschere e preziosi costumi realizzati dai mascareri. Tra i personaggi più tradizionali, non possiamo non citare Arlecchino (personaggio irriverente e burlone) il cui nome viene anche usato nell’italiano di oggi per indicare “chi si veste in modo improbabile abbinando colori contrastanti” (in francese antico Hellequin era “un diavoletto che si divertiva a spaventare le persone”). Al carnevale veneto si deve anche l’espressione essere un casanova, ossia “un seduttore”. Ne conoscete il motivo? Bene, è proprio la Venezia del Settecento, le cui feste sfrenate furono il cuore del carnevale europeo, la città del libertino scrittore Giacomo Casanova, famoso per la vita sregolata e l’aura di scandalo che lo circondava. E voi, avete già pensato alla vostra maschera?