In una Sicilia senza più adulti Anna e il suo fratellino Astor vivono in una casa nel bosco. Un filo spinato segnalato da vecchi stracci li separa dal mondo esterno e sopravvivono seguendo le indicazioni che la loro mamma, prima di lasciarli, ha affidato a un quaderno. Il "libro delle cose importanti" è fitto di avvertimenti e indicazioni sulla gestione della casa e del cibo, delle malattie e dei possibili imprevisti ed è aperto da una prescrizione fondamentale: il più piccolo dei due fratelli deve imparare presto a leggere per poterlo consultare anche da solo.
Nella serie “Anna” scritta e diretta da Niccolò Ammaniti, trasmessa da Sky in queste settimane, trasposizione del romanzo dello stesso autore e dallo stesso titolo (Einaudi, 2015), l’umanità è alla sua fine e gli unici protagonisti dell’atto finale sono i bambini: la pubertà innesca in loro la Rossa, la malattia che li ha separati dai loro genitori, e si muovono per le strade di una Sicilia bella e terribile in cui la natura sta riprendendo rapidamente lo spazio che l’uomo le aveva sottratto. Il mondo “di prima” vive nei ricordi dei bambini più grandi ma sta lentamente svanendo: nei frequenti flashback sprazzi di normalità e gli ultimi mesi di una società in declino.
Quando Astor viene portato via anche Anna, che usciva solo per procacciare cibo e batterie, dovrà affrontare le angherie di bambini inselvatichiti o organizzati in società quasi tribali, con i loro riti e i loro codici. Anna si rivela così un’eroina gracile ma di grande determinazione e coraggio, anche grazie all’aiuto di Pietro, un ragazzo un po’ più grande e romanticamente ancorato alla convinzione che esista un paio di scarpe speciali, che possono proteggerlo dalla Rossa.
UNA CURIOSITÀ - Il “Quaderno delle cose importanti” oggi è uscito dal libro e dalla serie ed è diventato una pubblicazione (SFOGLIA) prodotta da Sky che raccoglie pensieri e commenti dell’autore, del cast e del pubblico sulle piccole cose quotidiane a cui dedicare attenzione.