“E vegno in parte ove non è che luca”: l’ultimo verso del IV canto dell’Inferno di Dante, quello del Limbo e dell’incontro con i grandi del passato, fa da titolo al convegno che presenterà martedì 27 febbraio 2024, alle ore 17, il fondo che il Professore Emerito Luca Serianni, Vicepresidente della Società Dante Alighieri dal 2010 al 2022, anno della prematura scomparsa vicino alla sua casa di Ostia, ha voluto donare alla biblioteca Angelica di Roma.
Ad accogliere la donazione ci sarà il Direttore della biblioteca Umberto D'Angelo; ad offrire un ricordo umano e professionale saranno invece Giuseppe Patota, Professore di Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Siena, e Stefano Telve, Professore di Linguistica italiana presso l’Università degli Studi della Tuscia.
Che Serianni abbia voluto lasciare una parte della sua biblioteca all’Angelica non stupisce per due motivi. Questa è infatti certamente una delle biblioteche più belle di Roma, la più antica che è stata aperta al pubblico in Italia, situata in pieno centro, accanto a Sant’Agostino in Campo Marzio, basilica contenente uno dei capolavori di Caravaggio, la “Madonna dei Pellegrini”, e il celebre affresco di Raffaello rappresentante il Profeta Isaia.
La biblioteca, nata proprio come luogo di raccolta dei volumi dei frati del convento di Sant’Agostino, fu aperta al pubblico nel 1604 dal vescovo Angelo Rocca (1546-1620), scrittore erudito e appassionato collezionista di edizioni pregiate, responsabile della Tipografia Vaticana durante il pontificato di Sisto V.
L’Angelica è una delle biblioteche di Roma più frequentate dagli studiosi di letteratura poiché è tra le più fornite di volumi relativi a questo ambito di studi: tra questi, circa diecimila di proprietà dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia, custoditi qui dal 1940. Essa conserva inoltre un gran numero di manoscritti e un cospicuo fondo antico.
Il Fondo Serianni donato all’Angelica si aggiunge a quello già presente da novembre 2023 presso la biblioteca del Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università Sapienza di Roma, che contiene circa settemila cinquecento volumi appartenenti allo storico della lingua.
Un’occasione da non mancare quella di martedì, dunque, per ricordare Serianni in un luogo unico, tra storia e bellezza.