Il rapporto tra Italia e Brasile è così forte proprio perché la storia, in più di un’occasione, ci ha uniti. Attualmente il Brasile ospita circa 26 milioni di discendenti italiani, esito di due ondate migratorie con tempi, protagonisti e destinazioni diverse. La prima migrazione risale alla seconda metà del XIX secolo quando vari gruppi di italiani, principalmente dialettofoni e provenienti in gran parte dal Veneto, si misero in viaggio verso il sud del Brasile per lavorare negli insediamenti rurali del Rio Grande do Sul, S. Catarina e Paranà. Qui, ancora oggi, troviamo i loro discendenti, custodi di un idioma misto veneto-brasiliano chiamato talian. Il talian è parlato da circa 500.000 persone in più di 100 città brasiliane, dal 2014 è stato dichiarato Língua e referência cultural brasileira e addirittura una città, Serafina Corrêa, avendo il 90% di abitanti di origine italiana, è la prima al mondo ad aver riconosciuto la lingua veneta (nella sua variante talian) come lingua co-ufficiale insieme al portoghese! Ve lo aspettavate? Per fare un esempio di talian, ecco un estratto dall’introduzione del dizionario Talian-Portoghese di Luzzatto (2000):
“I nostri vecii, co i ze rivadi, oriundi de i pi difarenti posti del Nord d’Italia, i se ga portadi adrio no solche la fameia e i pochi trapei che i gaveva de suo, ma anca la soa parlada, le soe abitudini, la soa fede, la so maniera de essar[...]”
Per leggere e ascoltare ancora il Talian consigliamo di seguire Radio talian Brasil (http://www.radiobrasiltalian.com.br). La seconda ondata migratoria risale invece al secondo dopoguerra, quando la comunità italofona si diresse verso le fabbriche di San Paolo, per trovare fortuna nel settore industriale. Ci sarebbe moltissimo da raccontare riguardo alla storia degli italiani in Brasile ma, per una riflessione più approfondita, non possiamo non rimandare alla rubrica Gli Italiani in Brasile, pubblicata sull’Archivio Storico dell’Emigrazione Italiana da Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia).
Nel frattempo, vi lasciamo con una manciata di curiosità sul lessico italiano diffusosi in Brasile, non solo durante queste due fasi migratorie, ma anche negli ultimi anni, grazie all’apertura del mercato e alle importazioni. Molte parole della nostra gastronomia hanno affiancato per prestigio quelle brasiliane già esistenti: basílico (manjericão), funghi (cogumelos), gelateria (sorveteria < sorbetto), pasta (macarrão), pollo (frango), polpetta (almôndega). Altri italianismi già integrati, invece, hanno prodotto dei derivati che in italiano non abbiamo, come per esempio caffé, da cui sono nati il cafedòrio “caffè acquoso/caffettaccio”, e cafeteiro “barista” o grotta, da cui derivano sia grotão “grande grotta” che groteiro “cavernicolo”. Per saperne davvero molto di più, vi consigliamo questo bell’articolo pubblicato dall’Accademia della Crusca. Boa leitura!