Il restauro è l’insieme di interventi volti a restituire fruibilità ad un’opera d’arte precedentemente danneggiata per mano dell’uomo o per cause naturali. Dietro a questa nobile pratica, non sussiste solo un’operazione meramente tecnica, ma viene compiuto un atto di critica nei confronti del manufatto artistico. La storia del restauro ha avuto vicissitudini lunghe e complesse perché ha attraversato nei secoli l’evoluzione del gusto e della cultura artistica.
Nella Roma antica restaurare significa riparare ma anche rifare ex novo, come nel caso del Pantheon di Roma fatto edificare da Agrippa e ricostruito in seguito da Adriano. La cultura del rifacimento si protrae per molti secoli, anche se nella seconda metà del XV sec. si affaccia timidamente una nuova sensibilità nei confronti, per esempio, della ridipintura. Si tratta di una pratica molto diffusa eseguita frequentemente dagli stessi artisti che, con “disinvoltura”, operano cancellando le tracce dell’opera originale. Contro questa pratica il Vasari, nelle sue “Vite”, commenta: “sarebbe meglio tenersi alcuna volta le cose fatte da uomini eccellenti più tosto mezze guaste, che farle ritoccare da chi sa meno”.
Il padre della moderna concezione di restauro è considerato il grande intellettuale e studioso Cesare Brandi, fondatore nel 1939 dell’Istituto Centrale per il Restauro. La scuola brandiana sancisce il principio assoluto della conservazione dell’opera d’arte nel rispetto della sua unicità artistica e storica. La celebre Teoria del Restauro, dato alle stampe per la prima volte nel 1963, è una summa di tutte le esperienze maturate in campo. Figure chiavi nelle operazioni di restauro diventano, da questo momento, lo storico dell’arte, il tecnico restauratore e lo scienziato.
Oggi le tecniche di restauro sono in continua evoluzione grazie al fondamentale ausilio di istituti di eccellenza di ricerca e innovazione scientifica. Un esempio recente, il restauro nella sagrestia nuova delle Cappelle Medicee di Firenze con la collaborazione dell’Enea. Per la prima volta i capolavori di Michelangelo vengono trattati con una tecnica sperimentale, la biopulitura che usa dei batteri per rimuovere le macchie dal marmo. Un restauro innovativo e sostenibile.
Foto Flickr, CC BY-NC-ND 2.0
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