Il Festival di Sanremo debuttò nel 1951 con soli tre cantanti in gara e un piccolo pubblico. Ma già dalla prima edizione gli ascolti radiofonici ne decretarono il successo. La Rai, nel 1955, trasmise la diretta del Festival che da allora è diventato l’appuntamento di musica italiana più atteso dell’anno, capace di evolvere nel tempo, con una crescente attenzione alle tendenze, i costumi, ma soprattutto ai nuovi generi musicali italiani.
Negli ultimi anni l’obiettivo prioritario del Festival è stato il superamento di un pubblico esclusivamente adulto e il raggiungimento di grandi numeri anche sul digitale e nel mondo dei social, puntando a diventare un crocevia plurigenerazionale di tendenze musicali e linguistiche.
Ma vediamo quali temi e quali testi sono stati presentati quest’anno, nel laboratorio linguistico sanremese, che rimane uno spaccato interessante sull’evoluzione e lo stato attuale della nostra lingua.
Tra i temi proposti, l’amore rimane il più cantato.
C’è l’amore bello, che rende felici, pieni, intensi, che salva perfino, l'amore che toglie il fiato. Ma c’è anche l’amore brutto, quello struggente o malinconico che genera diffidenza, paura, sofferenza, fino all’annullamento di sé.
Dopo l’amore, le emozioni fanno da filo conduttore di molti testi: gioia, rabbia, tristezza, disgusto, paura, sorpresa e infine la noia, tema quest’ultimo che ha portato sul podio la giovane vincitrice dell’edizione 2024, Angelina Mango.
Non sono certo mancati i temi sociali nei testi della 74esima edizione del Festival di Sanremo: le guerre, l’insicurezza nelle città, il tema dei migranti, il bullismo e la violenza, l’esclusione sociale e perfino un manifesto di donne per le donne.
Infine, tanti spaccati della vita quotidiana, fatta di azzardi e ripartite, di voglia di riscatto e di autoaffermazione, spesso accompagnati da rotture degli schemi sui generi musicali che vanno dal classico al rap (tanto rap) fino ai mix di generi (hip-hop, rap, trap) che hanno generato il sovrapporsi di tendenze linguistiche che spesso si fondono in una sorta di POP urbano fatto dei suoni, dei colori, degli odori e dei ritmi delle città.
Molte delle canzoni presentate quest’anno - che da regolamento devono essere in lingua italiana – contenevano espressione di cultura popolare, in lingua dialettale italiana, come la canzone di Geolier, seconda classificata, cantata interamente in dialetto napoletano. Ma, come recita il regolamento: non fa venire meno il requisito della appartenenza alla lingua italiana la presenza nel testo letterario di parole e/o locuzioni in lingua dialettale italiana,...”
A questo punto, non ci resta che darci appuntamento alla 75esima edizione del Festival di Sanremo, per scoprire quali altre sorprese linguistiche e di contenuto ci riserverà.