Mitologia d’infanzia di Laura Bocci (Vallecchi 2021) è un libro che riporta l'attenzione su un tempo che ciascuno di noi ricorda nella propria vita. Spesso è felice, in alcuni casi come in questo libro si parla di un'Italia degli anni Cinquanta del secolo scorso che riemerge tra ricordi ed emozioni - veri o immaginari - mescolati nella memoria e nell'inconscio. La memoria, meccanismo di codifica, consolidamento e recupero di informazioni, elabora il passato per accompagnarci nel presente e nel futuro. Nel nostro presente complesso, il bagaglio dei ricordi è indispensabile per orientarci anche nel presente.
Ma la memoria non è fedele ai fatti e non li riporta esattamente come si sono svolti, bensì con il filtro della rielaborazione e della ricostruzione a posteriori di un’infanzia che "resta misteriosa e sta a noi darle una forma a posteriori". Tra le memorie delle due nonne, ricostruite sino a diventare le fondamenta della protagonista, una genealogia femminile si svolge aprendo la visuale su storie private e condizione femminile prima che il femminismo si diffondesse. Nel pieno del patriarcato rurale, i nonni "prendono parte alla Grande Storia attraverso la guerra ’15 - ’18".
Il romanzo riserva una sorpresa conclusiva e si svolge con riferimenti linguistici "alla lingua toscana dei nonni, nelle singolari combinazioni di forme linguistiche, a tratti buffe, rimane l’indelebile colonna sonora di questo film in bianco e nero". Il libro è stato presentato dall'autrice a Palazzo Firenze con Arnaldo Colasanti, Camilla Miglio ed Elvira Seminara, presentati da Alessandro Masi.
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