Il benessere digitale è la capacità di gestire consapevolmente e con equilibrio l’utilizzo della tecnologia per migliorare la qualità della vita.
Continua a crescere nel popolo degli internauti* il bisogno di acquisire un approccio che aiuti a bilanciare la propria vita digitale, per mitigare l’impatto delle tecnologie e dell’ambiente digitale sulla salute mentale, fisica ed emotiva delle persone. Sono tante le applicazioni sviluppate nel tempo per monitorare quanto e come si utilizza lo smartphone ogni giorno, partendo dalla conoscenza delle proprie abitudini digitali con tanto di statistiche, grafici, tempo speso e distribuzione all’interno delle app usate sul dispositivo.
Il benessere digitale è un processo attivo attraverso il quale le persone diventano consapevoli e compiono scelte verso una vita di maggiore qualità e coerente con i propri valori, interessi e abitudini.
Nell’immaginario collettivo il digitale è associato alla cultura del progresso, della performance, della simultaneità che ci consentono di accedere a un’infinità di contenuti.
Il benessere digitale è strettamente connesso alla fruizione di contenuti digitali di qualità, che devono essere principalmente contenuti pertinenti, informativi, accurati, originali e ben scritti - senza errori grammaticali o strafalcioni come spesso capita di trovare online - provenienti quindi da fonti autorevoli e verificabili, esattamente come avviene da sempre per i contenuti divulgati offline.
Ma, nell’era digitale chiunque può produrre e pubblicare contenuti che chiunque può trovare, consultare e riutilizzare sempre, dovunque e comunque, a patto di possedere una connessione ad Internet**.
A partire da questa consapevolezza è fondamentale sapere come creare, trovare, valutare e comunicare informazioni tramite la tecnologia.
L’alfabetizzazione digitale diventa quindi necessaria per sviluppare un pensiero critico che ci consenta di valutare l’attendibilità delle informazioni che circolano on line e di verificare l’affidabilità delle fonti, di proteggersi dalle minacce digitali e tutelare la propria privacy.
E poi c’è l’IA (Intelligenza Artificiale) che è già entrata a far parte della quotidianità, trovando applicazione in molti contesti. Utilizzata per automatizzare compiti e risolvere problemi, anche molto complessi, è diventata la principale sfida del momento. Ma questo progresso va seguito con un’attenta riflessione etica da cui può derivare una gestione consapevole dei potenziali rischi significativi di questa innovativa tecnologia.
L'utilizzo invasivo e fuori controllo dei dispositivi tecnologici è anche causa di isolamento e di una notevole diminuzione dell’empatia nei confronti dell’altro. Anche nelle relazioni sociali lo smartphone rischia di diventare un'interferenza diffusa, che può scatenare problematiche di vario genere, come il non far caso a chi ci sta accanto preferendo le relazioni virtuali, fenomeno con il quale una persona ignora chi ha davanti per concentrarsi e dare attenzione al proprio cellulare e al mondo in esso contenuto.
Quando siamo in compagnia, la presenza fisica dello smartphone in vista o tra le nostre mani lancia il segnale che quell’oggetto per noi è molto importante, quasi fosse un prolungamento del nostro corpo. Inoltre, lascia sottintesa la nostra predisposizione mentale ad accogliere i collegamenti con altre persone nonostante ci troviamo in compagnia di qualcun altro. Questa apertura nei confronti dei contatti virtuali può essere recepita da chi si trova in nostra compagnia come una indisponibilità nel vivere appieno la relazione in presenza.
L’adozione di abitudini digitali equilibrate può generare ricadute positive sulla qualità della vita tutta: migliorando il sonno; aumentando la concentrazione, migliorando il benessere emotivo, la gestione del tempo con un impatto positivo sulle relazioni sociali, regolate da dinamiche più umane e meno digitali.
* internàuta [comp. di Inter(net) e -nauta; cfr. cibernauta] (pl. m. -i). – Chi naviga in Internet: il popolo degli internauti. (fonte: vocabolario Treccani)
** Studio di Kepios, luglio 2023. I due terzi della popolazione mondiale hanno accesso a internet. Anche se le persone offline sono ancora 2,6 miliardi, il numero di quelle “connesse” (5,4 miliardi) non è mai stato così alto.
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