I colori veicolano una serie di significati: soggettivi, contestuali, simbolici e culturali. Ogni cultura si esprime anche attraverso i colori, ma se la percezione del colore rimane la medesima, varia il significato che assume in quel contesto storico-sociale. La simbologia del colore gioca dunque un ruolo molto importante nella comunicazione interculturale: i colori graditi in alcune culture non lo saranno in altre e una mancata attenzione verso questi parametri potrà farvi incappare in spiacevoli incidenti diplomatici o in ambiguità di comunicazione.
Ogni colore nel mondo ha un suo significato. Prendiamone in esame alcuni:
Il nero
È portatore di un’accezione negativa e nella maggior parte delle lingue è collegato a rabbia, pessimismo e depressione; in Messico e Giappone è collegato alla paura e in Occidente al lutto. In Egitto la parola “nero”, ad esempio, ha una connotazione talmente negativa che si sceglie di non pronunciarla quando non afferisce a contesti positivi (i capelli o gli occhi neri). In Cina il nero è simbolo di forza e autorità e simboleggia onestà e giustizia; in passato era il solo colore in uso dall’imperatore per i suoi abiti e lo distingueva dalla gente comune che aveva il divieto di indossare abiti di quel colore.
Se pensiamo al linguaggio figurato delle culture occidentali, la parola (aggettivo) nero si usa spesso per costruire espressioni con connotazioni negative: black-day, black words, pecora nera, mercato nero, magia nera…
Nella cultura occidentale, però, questo colore è diventato anche sinonimo di eleganza, tanto che nei contesti formali si predilige sempre un vestiario scuro e alcuni stilisti italiani hanno addirittura legato il loro nome e le loro creazioni al nero, creando collezioni monocrome.
Il rosso
Sono molti i significati che questo colore assume in base alla cultura di riferimento. In Sud Africa il rosso simboleggia il lutto, mentre in India è propiziatorio, tanto che le spose vestono frequentemente di questo colore. Anche in Cina il rosso è usato nei matrimoni, nelle celebrazioni e nelle festività perché portatore di felicità e prosperità. È associato alla buona sorte anche in Danimarca e in Argentina. Se in Cina il rosso è il colore preferito dai leader nelle occasioni importanti, in Europa gli esponenti politici, istituzionali e del mondo delle aziende preferiranno il più formale abito scuro. Il rosso è anche il colore del desiderio e della passione, per questo in tante culture rimanda alla sfera erotica.
È interessante segnalare come nel mondo buddista l’uso dell’inchiostro rosso sia riservato al mondo dei morti: per questo nella didattica rivolta ad ambiti internazionali genera non pochi problemi la correzione di un compito con la penna rossa.
Il verde
Il verde è il colore sacro dell’Islam, quindi il più amato nel mondo musulmano; tuttavia in segno di rispetto religioso non lo si usa nella quotidianità, riservandolo esclusivamente a quella sfera. A partire dall’800 è stato adottato nella segnaletica internazionale per le navi ed in seguito anche per il traffico su strada e su rotai, indicando quindi per convenzione universale il permesso al transito. In Oriente, in Europa e in USA è simbolo di rinascita, di ripartenza, di salvezza, ma in Scozia, vi conviene non indossarlo a una festa perché si crede porti sfortuna.
Il bianco
Il bianco è associato alla purezza e alla pace nella maggior parte dei Paesi occidentali, ma è risaputo che in Cina, come in Giappone e gran parte dell’Oriente, sia un colore associato al lutto.
La conoscenza dell’uso del colore si rivela un’arma indispensabile nella comunicazione e nella pubblicità dei brand e dei prodotti: può servire ad attrarre l’attenzione, stimolare risposte emotive, influenzare la percezione individuale, persuadere. Ma la grande potenzialità del colore risiede anche nella capacità di creare attitudini e migliorare l’apprendimento, anche quello che si svolge online, mediante l’uso di piattaforme. Fortunatamente oggi la letteratura sulla percezione del colore nei contesti inter e intra-culturali ha alimentato una vasta produzione di studi che negli ultimi anni si sono concentrati anche sulla sua applicazione nel mondo del web grazie alla ricerca volta a individuare degli schemi comunicativi che tengano conto delle diverse culture, dei diversi profili e delle differenti abitudini, ma che, dato il media globale, possano anche essere usate in modo universale.
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