Cosa ha in comune Dante con Yuri Gagarin, Jimi Hendrix o Frida Kahlo? Secondo lo street artist romano JB Rock la popolarità. Anzi, la fama. Si intitola infatti "Wall of Fame" il murales lungo oltre sessanta metri e alto tre che campeggia in via dei Magazzini Generali, nel quartiere Ostiense della capitale: una galleria di ventisei volti "super size", realizzati con tecnica a stencil su sfondo rosso, selezionati dall’autore tra quelli più significativi della storia della cultura universale. Ventisei come le lettere dell’alfabeto: e in effetti l’opera di JB Rock, nata nel 2010 nell’ambito del festival di arte urbana Outdoor, vuole essere un inno alla comunicazione e alla portata espressiva di quei visi “mitici” che ci accompagnano fin dalle nostre iniziali esperienze, costruendo un primissimo bagaglio di conoscenza del mondo e della storia. Con una visione certo soggettiva e con una piccola licenza concessa a sé stesso, perché l’artista ha inserito tra i "viris illustribus" del suo muro anche le immagini a lui più familiari: quelle della mamma, del papà, dei fratelli e dei suoi amici.
Non sorprende, in ogni caso, che la fisionomia del Sommo Poeta - prima di questa memorabile sequenza alfabetica di ritratti, che si chiude con la Z di Zorro - sia considerata iconica: i versi della "Divina Commedia" che subito risuonano alla vista dell’inconfondibile effigie dantesca, come la navicella di Gagarin, la chitarra di Hendrix e il pennello della Kahlo, continuano a condurci nei meandri infiniti dello spazio ultraterreno e della creatività umana.
Nella foto: Dante accanto al rapper americano Big Notorious, particolare del murales Wall of Fame di JB Rock
Wikimedia CC BY-SA 4.0
https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Dante_Alighieri_in_art#/media/File:Graffiti_nel_quartiere_Ostiense_57.JPG
Commenti