Il Purgatorio di Dante e l’arte della calligrafia

Intervista ad Alessandra Biagini, calligrafa.

Per correr miglior acqua alza le vele.
Omai la navicella del mio ingegno.
(Dante Alighieri, Purg, I, 3)

Il Purgatorio non è un luogo, ma un processo ed essendo un diveniente, può trovarsi in ogni luogo ed in nessuno. Per un amanuense la sua stessa arte era un progredire attraverso il regno intermedio della mente. Il calamo conduceva il corpo sulla via di un dolore inesprimibile. Ho conosciuto Alessandra Biagini, calligrafa che ci ha fatto vivere il rapporto profondo della sua arte di amanuense con il Purgatorio di Dante Alighieri.

Se dovesse mettere in correlazione con la scrittura, uno dei tre piani del viaggio dantesco, cosa sceglierebbe?
Il Purgatorio. Esso non è un luogo, ma un processo. Non è un tempo, ma una realizzazione attraverso un percorso duro. Per un amanuense la sua stessa arte era un progredire attraverso questo sottile regno di mezzo: ‘tre dita lavorano ma tutto il corpo soffre’ affermavano gli scrittori antichi. Il freddo e l’umidità assalivano il corpo fermo nella stessa posizione da ore, la vista vacillava. I materiali di scrittura come il vellum, la pergamena di pelle era un campo difficile su cui far scorrere la penna d’oca. E poi c’era l’errore. Un calligrafo bravo non è colui che non sbaglia, ma colui che trasforma il suo errore in un’opera d’arte.

Storicamente ci sono figure femminili che svolsero questo mestiere?
Gli amanuensi medioevali non si firmavano per voto d’umiltà, perciò individuare una mano maschile o femminile dietro un manoscritto, non è facile. In questo periodo il rinvenimento delle spoglie di una monaca vissuta nel 1100 presso il monastero tedesco Dalheim che recava sui denti il blu lasciato dai lapislazzuli, testimonia come vi furono donne amanuensi, delle quali non conosceremo mai i nomi. Erano grandi artiste.

Qual è il Suo personaggio femminile preferito della Divina commedia ?
Lucia. È colei che protegge la ‘chiara visione’, la immagino come un’Antica Anima consacrata alla tutela di coloro che s’incamminano per i sentieri impervi dei regni interiori. E’ l’indomita Signora dei Cieli che guarda le spalle agli spiriti in cammino sulla Montagna Sacra.

Come vede la donna del futuro?
Immagino che il genere umano stia entrando in un’epoca di evanescenza. L’Ia sta sempre più assorbendo i confini di ogni ruolo. In questa prospettiva, il maschile e il femminile sono destinati, in un futuro non credo prossimo, a entrare in una nube indistinta. Il femminile dovrà ancora lottare fra le resistenze del passato e le spinte “feroci” del futuro. Lei aprirà lo scenario a miriadi di potenzialità e sarà senz’altro protagonista.

da inserire al posto della foto di Alessandra
Alessandra Biagini
Esperta di lingua ebraica, araba e cinese antico. Amanuense. Focalizzata sull’Arte della Calligrafia, fa della lettera un’officina ove si forgiano in parole e forme selvagge mondi ed esperienze interiori.

Giuliana Poli è giornalista, ricercatrice di antropologia culturale, scrittrice di Tradizione, scrittrice di monografie e testi su opere d’Arte, analista ed esperta d’iconografia ed iconologia di opere d’arte. Analisi semantica del linguaggio dell’Arte e della parola.

LEGGI L'APPROFONDIMENTO DI GIULIANA POLI SU DANTE.GLOBAL: Il Purgatorio di Dante e l’arte della calligrafia.

Immagini concesse gentilmente da Giorgio Florio

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