Quando è nato Dante Alighieri? Non lo sappiamo con certezza assoluta e forse non lo sapremo mai. Nel corso del tempo diverse ipotesi si sono basate su pochi dati più o meno diretti, sintetizzati nella storica opera Vita di Dante, di Giorgio Petrocchi. Sappiamo invece che Durante Alagherii o de Alagheriis (nome accreditato grazie al figlio Jacopo, mentre la forma “Alighieri” fu stabilizzata dal Boccaccio) fu battezzato il 26 marzo 1266, come si usava, con tutti i nati dell’anno precedente.
La Commedia inizia con la frase “nel mezzo del cammin di nostra vita” e, poiché si considerava la vita media di circa 70 anni, si può immaginare che Dante ne avesse 35. Se il racconto è davvero ambientato nel 1300, e anche questa è una deduzione, siamo nell’anno del primo Giubileo, sotto Bonifacio VIII, il Poeta dovrebbe dunque essere nato nel 1265. Inoltre, dato che nel canto XXII del Paradiso Dante fa un riferimento esplicito, il suo segno zodiacale dovrebbe essere quello dei Gemelli:
tu non avresti in tanto tratto e messo
nel foco il dito, in quant’io vidi ‘l segno
che segue il Tauro e fui dentro da esso.
Lo studio di Petrocchi contiene anche altri riferimenti, interni ed esterni al testo, a conforto di una ipotesi che colloca la nascita del poeta nel 1265. Lo ricaviamo anche dalla data di morte di Beatrice (per la Vita Nuova, avvenuta l’8 o il 19 giugno 1290 a circa 24 anni) che fa risalire alla nascita nel 1266, a dieci mesi dalla nascita di Dante che dunque risalirebbe al 1265. In Purgatorio, canto XXXII, il dato è confortato dalla “decenne sete” degli occhi di Dante, soddisfatta nel rivedere la donna dopo la morte avvenuta nel 1290.
Un altro indizio: in Inferno XXI arriva il terremoto che fa franare i ponti della sesta bolgia quando sono trascorsi 1266 anni e quasi un giorno dal terremoto scatenatosi alla morte di Cristo, che volle morire “nel trentaquattresimo anno de la sua etade” (cfr. Convivio IV, XXIII e calcola 1266 + 34 = 1300).
Se l’indicazione dell’anno è confortata da deduzioni e dati, maggiore è il dubbio sul mese in cui il poeta venne alla luce. Ma in un passaggio riportato dal Boccaccio con la citazione del ravennate Pietro Giardini, Dante morente sostiene che “lui avere di tanto trapassato il cinquantesimosesto anno, quanto dal preterito maggio avea infino a quel dì“. Sarebbe nato a maggio e nel segno dei Gemelli, che nel 1265 cadeva tra la metà di maggio e la metà di giugno.
A fine maggio, ma…
…ma sono state formulate altre ipotesi. Eccone alcune un po’ curiose. Partiamo ancora dal canto XXII del Paradiso:
O gloriose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,
con voi nasceva e s’ascondeva vosco
quelli ch’è padre d’ogne mortal vita,
quand’io sentì di prima l’aere tosco.
Dante era un astronomo, anzi un astrologo. Almeno fino al 1600, astrologia e astronomia non erano scienze nettamente distinte. Nella Divina Commedia troviamo spesso riferimenti alla disposizione dei pianeti nella volta celeste per indicare l’ora e l’orientamento, così come a scopo descrittivo. Si parla in tutta l’opera ed esplicitamente della Luna, come si sa le stelle sono protagoniste assolute e con loro lo è anche il Sole, “padre d’ogni vita mortale”. Il “lume pregno di gran virtù” sarebbe invece riconducibile a Giove, il pianeta cui Dante deve “il suo ingegno”.
Riprendiamo dunque da Giancarlo Gianazza una citazione di Marsilio Ficino dove leggiamo che Sole, Giove e Venere sono tre “Grazie” e che gli astrologi consideravano gli influssi del secondo un aiuto “negli studi filosofico-religiosi e nella ricerca della verità”.
Marco Santagata nelle sue 20 finestre sulla vita di Dante ricorda che
Gli astrologi dell’epoca sostenevano che, se nella «casa» dei Gemelli erano presenti anche Mercurio e Saturno (congiunzione che si era verificata proprio nel 1265), i nati sotto il segno erano dotati di eccellenti qualità intellettuali e di particolari capacità di scrittura.
Nei versi citati, infine, con il lume pregno di gran virtù (Giove) “nasceva e s’ascondeva vosco” il padre d’ogni vita mortale, ossia il Sole. Tra il 7 e il 13 giugno 1265 Giove era nel segno dei Gemelli, dunque sorgeva e tramontava con il Sole.
Ma perché Dante sarebbe nato proprio il 13 giugno e non il 9 o l’11? Applicando un metodo che fu elaborato dal prof. Giovanni Ferrero, studioso di cosmologia arcaica e già docente di Storia della scienza e delle tecniche all’Università di Genova,, si deduce la data del 13 giugno attraverso una operazione numerica: sottraendo il numero del canto dal numero dei versi, per esempio al verso 112 il canto n. 22 del Paradiso, si ottiene il numero 90 (l’ultimo grado o ’ultimo giorno del segno, proprio il 13 giugno).
Fonti e riferimenti:
Giorgio Petrocchi, Vita di Dante
Giovanni Boccaccio, Trattatello in laude di Dante
Dante Alighieri, Divina Commedia e La vita nuova
Giovanni Ferrero, Cosmologia Arcaica, in “La data di nascita di Dante (Giancarlo Gianazza al prof. Ferrero)”
Marco Santagata, 20 finestre sulla vita di Dante
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