Suonare di gusto

È rinomato che le arti passeggino a braccetto, tanto da essere rappresentate sin dall’antichità come le nove muse, ossia delle fanciulle spesso danzanti in perfetta armonia: Clio (la storia), Euterpe (la musica e la lirica), Talia (la commedia), Melpomene (la tragedia), Tersicore (la danza), Erato (la poesia amorosa), Polimnia (il canto sacro), Urania (l’astronomia e la geometria) e Calliope (la poesia epica e l’elegia). Al giorno d’oggi, tuttavia, potremmo aggiungerne una decima, la musa della gastronomia, divenuta nel corso dei secoli una vera e propria arte e fonte di grande ispirazione e piacere.


A proposito, forse non tutti sanno che alcuni grandissimi musicisti e compositori, come l’austriaco Mozart, il pesarese Rossini, il genovese Paganini o l’americano Leonard Bernstein, sono stati dei veri cultori dell’arte culinaria e, se avessero avuto Instagram, avrebbero di certo intasato il proprio profilo con i loro ottimi manicaretti! D’altronde, l’uso di accompagnare i pasti con la musica è antichissimo e presente in tutte le civiltà del Mediterraneo, dagli Egizi, ai Greci, ai Romani. Il cibo e lo spettacolo sono sempre stati grandi compagni di avventure e la cosiddetta Musica da tavola (più conosciuta nelle versioni tedesca o francese: Tafelmusik, Musique de table) è stata scritta da vari artisti, come ad esempio Orlando di Lasso, polifonista franco-fiammingo, che nel 1582 pubblicò tra le sue Villanelle alla napoletana la canzone Saccio 'na cosa, che all’interno delle strofe istruiva su come preparare i crostini con formaggio, fegatini e tritato di maiale; alla cucina erano sensibili anche Beethoven, che nel 1792 compose l’Ottetto per fiati op. 103 destinato alla mensa dell’Elettore di Bonn, o Bernstein, che dedicò allo storico manuale di cucina di Emile Dumont (La buona cucina francese, manuale economico e pratico (città e campagna) con oltre 200 incisioni, 1899) un ciclo di quattro ricette per voce e pianoforte, in cui si consiglia come preparare il budino di prugne, le code di bue, il dolce turco Tavouk Gueneksis e il coniglio “a tutta birra”.


Quando citiamo musicisti e compositori, possiamo anche parlare di vere stelle della cucina, che hanno ideato le ricette che ancora oggi mangiamo. Gioacchino Rossini, ad esempio, è l’ideatore, tra le altre ricette, dell’insalata alla Rossini, che così descrive in una conversazione con la sua amata Isabella Angela Colbran, dopo la Prima del Barbiere di Siviglia, a Roma:

«prendete dell’olio di Provenza, mostarda inglese, aceto di Francia, un po’ di limone, pepe, sale, battete e mescolate il tutto; poi aggiungete qualche tartufo tagliato a fette sottili. I tartufi danno a questo condimento una sorta di aureola, fatta apposta per mandare in estasi un ghiottone. Il cardinale segretario di Stato, che ho conosciuto in questi ultimi giorni, mi ha impartito, per questa scoperta, la sua apostolica benedizione».

Da lui sono stati anche ideati la torta Guglielmo Tell, a base di mele, in onore dell’omonima opera, e i tournedos, filetti di manzo con tartufo e fois gras. A lui è stato, invece, dedicato il celebre cocktail Rossini, a base di fragole e prosecco. A Mozart, invece, amante dei dolci e in particolare del cacao, sono stati dedicati da Paul Fürst nel 1980 i cioccolatini Mozart Bob-bon, altrimenti detti “palle di Mozart”. Per non farci mancare proprio nessuno, all’opera Norma del catanese Vincenzo Bellini, si ispira la pasta alla Norma (con melanzane fritte, pomodoro, basilico e ricotta salata), definita così nel 1920 per la sua eccelsa bontà dal poeta Nino Martoglio: da tempo a Catania era frequente, infatti, utilizzare l’espressione “Pari ’na Norma” per fare un complimento.

Concludiamo la panoramica culinaria e musicale ricordando che anche alcune parole della gastronomia si ispirano al mondo musicale: la carta da musica o cartamusica, altrimenti detta pane carasau (ossia che carasa, cioè “fa crosta”) è un pane sardo piatto, composto da sottilissime sfoglie croccanti, che ci ricordano gli spartiti musicali. Pensiamo poi agli spaghetti alla chitarra (nel Lazio tonnarelli e in Molise maccheroni crioli): una varietà di spaghetti tipica dell’Abruzzo, realizzata nella sua classica forma dalla sezione quadrata (e non rotonda) grazie all’attrezzo chiamato, appunto, chitarra. Terminiamo con il verbo comporre (lat. cum ponere “mettere insieme”) che, se nella musica indica “l’atto dello scrivere un brano, una composizione”, in cucina definisce “ la composizione degli ingredienti e l’impiattamento”.

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