La pratica del canto lirico italiano è patrimonio immateriale dell'umanità

L'arte in Italia ha sempre trovato terreno fertile, in ogni epoca e in tutte le forme espressive: dall'architettura, alla pittura, scultura, poesia, danza, fino al cinema, al teatro e alla musica.

Ed è proprio della musica, in particolare dell'opera lirica, di cui vogliamo parlare oggi.

La Società Dante Alighieri ha da subito sostenuto la proposta di iscrivere il Belcanto e l’Opera lirica italiana nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco, tanto che il primo firmatario della petizione è stato proprio Alessandro Masi, Segretario generale della Società Dante Alighieri.

L’Italia, che ha il più antico teatro lirico al mondo, il San Carlo di Napoli e vanta una delle più importanti tradizioni musicali, è il paese dove sono nati il belcanto e l’opera lirica, vera ambasciatrice della nostra cultura musicale.

L’italiano è anche "la lingua della musica”, in senso tecnico, perché la terminologia della musica fu impiegata dapprima dai compositori italiani del XVII secolo e, grazie alla fortuna delle loro opere, si diffuse presso i musicisti.

Tra il tardo Cinquecento e il primo Ottocento lo spettacolo italiano invase le corti europee, "provocando tra l’altro una nuova più vigorosa ed estesa diffusione della lingua italiana" (G. Ferroni).

Il teatro d’opera è da considerarsi tra i generi espressivi caratterizzanti del nostro Paese, con indubbie influenze anche linguistiche all’estero: basti pensare a italianismi come aria, bravo, cabaletta, daccapo, do di petto, libretto, opera e altri, presenti in molte lingue del mondo (Treccani).

Oggetto della candidatura all’Unesco è la “Pratica del canto lirico italiano”, altrimenti noto come “belcanto”. Tale arte si è diffusa anche “grazie all’emigrazione di cantanti lirici e di produttori teatrali”, come riporta il sito Unesco.it nella descrizione dell’approvazione della candidatura nel 2022. L’arte del canto lirico prevede una specifica capacità di governare la voce in modo da farla risuonare “in spazi acustici come auditorium, anfiteatri, arene e chiese” e una serie di movenze e posture tipiche che vengono assunte dagli esecutori impegnati nelle opere più amate della tradizione lirica italiana, emblema dell’italianità nel mondo.

l Comitato per il Patrimonio immateriale dell'Unesco ha proclamato la pratica del canto lirico italiano a elemento del patrimonio immateriale dell'umanità nel 2023, portando il numero degli elementi italiani a 19. La pratica del canto lirico è l’unica candidatura solo italiana di quest’anno, in aggiunta alle due iscrizioni provenienti da candidature transnazionali: l’irrigazione tradizionale (conoscenze, tecniche e organizzazione) e la transumanza.

 

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