Il 18 luglio 1917 nasceva Fernanda Pivano, scrittrice, saggista e traduttrice, simbolo di una generazione che ha attraversato il Novecento e ne ha rinnovato dal profondo l’assetto culturale e sociale. I suoi esordi hanno come sfondo i passaggi più cupi e drammatici del secondo conflitto mondiale, ma sono già segnati da un’incrollabile energia e determinazione: nel 1943 Fernanda viene arrestata per aver proposto ad Einaudi la propria traduzione di Addio alle armi, inviso al regime, ma a quell’anno risale anche la pubblicazione della prima versione italiana dell’Antologia di Spoon River, da lei curata. Alla letteratura americana la giovane Pivano era stata introdotta da un professore del liceo D’Azeglio di Torino, sua guida intellettuale per molti anni a venire: si chiamava Cesare Pavese. Più tardi, dopo un primo viaggio negli Stati Uniti, saranno le traduzioni di Fernanda a portare al pubblico italiano opere di autori come Fitzgerald, Faulkner e Miller e a diffondere la cultura della Beat Generation di Kerouac, Burroghs e Bukowski: talenti “divergenti” e “disobbedienti”, come recita il titolo del Festival che celebra ogni anno la sua memoria e premia la creatività controcorrente.
La storia del mestiere di traduttore è costellata da grandi conquiste e implica molte responsabilità. Senza gli amanuensi, impegnati pur fra molti adattamenti e licenze a convertire i testi classici dal greco al latino, la nostra conoscenza della letteratura antica sarebbe molto più parziale. Ma sarà l’avvento delle lingue volgari a far emergere sempre più spesso l’esigenza di tradurre testi scritti dall’idioma di origine a quello di destinazione, prima nella pratica quotidiana e poi nell’ambito letterario. Se sono ancora oggi molti a sostenere l’intraducibilità delle lingue, la traduzione di un’opera, supportata da una profonda competenza e da una buona dose di sensibilità, è uno strumento indispensabile per la diffusione del sapere e per la comunicazione e il dialogo tra realtà culturali differenti.
In foto: Fernanda Pivano con Ettore Sottsass nel 1969.
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