Api e vespe volano con le...ruote. È questione di design!

L’Italia è famosa nel mondo per il suo importante contributo nel settore delle arti e dell’estetica, basti pensare all’architettura, alla moda e al design. Innovazione, bellezza, qualità dei materiali, sapienza artigianale e attenzione al dettaglio caratterizzano lo stile del made in Italy, sempre orientato alla comodità e vivibilità dei prodotti.


Forse la realtà italiana che più delle altre è riuscita ad ottenere un enorme successo internazionale, conciliando l’eleganza italiana con il progresso e lo sviluppo tecnologico, è l’azienda automobilistica Piaggio. Nel 1946, alle soglie della seconda guerra mondiale, la Piaggio – che fino a poco prima era impegnata nella produzione di mezzi militari – ingaggiò come progettista l’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio (esperto in modelli sperimentali di elicotteri), riuscendo letteralmente a conquistare il mercato internazionale grazie all’ideazione della Vespa, il famosissimo scooter. La Vespa ottenne un successo planetario proprio per il suo design innovativo: non si doveva cavalcare, ma permetteva al guidatore di viaggiare comodamente seduto su una “poltrona”; inoltre, la carrozzeria copriva completamente il motore evitando spiacevoli macchie d’olio sugli abiti e così poteva essere guidata con i vestiti di tutti i giorni.


Si dice che il nome Vespa derivi dall’esclamazione “Sembra una vespa!” che Enrico Piaggio avrebbe pronunciato vedendo dall’alto il prototipo della “motocicletta leggera” dalla vita stretta, rispetto allo scudo anteriore e il cofano posteriore. La similitudine nasce dal fatto che l’omonimo insetto presenta un corpo fortemente assottigliato fra torace e addome, ossia quello che potremmo chiamare il punto vita. Da questa caratteristica anatomica dell’animale deriva anche l’espressione “vitino di vespa”, che indica una fisicità femminile dalla vita particolarmente assottigliata rispetto al torace e ai fianchi, di moda nell’Ottocento. Tuttavia, secondo altre fonti, già venivano chiamate vespe o vespe d’acciaio le motocarrozzette munite di armi anticarro durante la seconda guerra mondiale. Perciò, il nome Vespa ne sarebbe stato influenzato, riferendosi alla velocità e al leggero rumore del veicolo.


Nel 1948, poi, da una costola della Vespa, nacque l’Ape: un moto-furgoncino a tre ruote estremamente economico e funzionale, perché manovrabile nel traffico e adatto a trasportare la merce. L’Ape riscosse un enorme successo tra i commercianti, tanto da divenire il simbolo del boom economico con lo slogan “Ape, il veicolo che vi aiuta a guadagnare”. Oggi è usatissima anche nel sud est asiatico come risciò o tuk-tuk (ape calessino per il trasporto pubblico).


L’appartenenza dei due marchionimi (nomi di marchi) della Piaggio, Vespa e Ape, alla famiglia degli imenotteri, ossia gli insetti “che possiedono ali membranose” (dal greco hymèn, "membrana" e pteròn, "ala"), potrebbe sembrare solo un caso o una fortunata coincidenza ma, oltre alle già citate vicende che stanno alla base dei loro nomi, dobbiamo ricordare che il loro progettista Corradino D’Ascanio era nato come ideatore di elicotteri e, neanche a farlo apposta, molti aerei da combattimento erano soliti portare il nome di animali alati (insetti e non), come gli italiani Sparviero e Falco o i britannici aerei leggeri: Libellula (Dragonfly), Lucciola (Firefly), Calabrone (Hornet), Falena (Moth) e il caccia-bombardiere Zanzara (Mosquito). È dunque proprio il caso di dire che la Vespa ci mette “le ali sotto ai piedi”, come recita la celebre canzone 50 Special di Cesare Cremonini, dedicata al vendutissimo modello Piaggio!


La canzone della settimana
L’Apemaia nasce nel 1980 come sigla dell’omonimo e celebre cartone animato della Nippon Animation che aveva come protagonista un’ape di nome Maia. La canzone è firmata dal paroliere Danilo Ciotti su musica di Marcello Marrocchi e arrangiamento di Gianni Mazza. Ha dato voce al brano la cantante milanese Katia Svizzero, che in seguito interpreterà anche L’Apemaia va, sigla della seconda stagione del cartoon. Il brano riscosse un successo strepitoso, tanto da arrivare addirittura in testa alle classifiche dei dischi più venduti dell’anno.


La natura di sigla dedicata ai cartoni animati dona al brano leggerezza e freschezza, rappresentate dall’aggettivo gaia, usato per descrivere lo stato d’animo della protagonista, e dall’espressione “occhi sorridenti”. Ritroviamo poi nel ritornello un gioco di lettere e suoni “Vola, vola, vola, vola, vola l’ape Maia/ Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia” che ci ricorda la famosa e ipnotica danza delle api, fatta di alette che sbattono velocissime e un zigzagare coordinato.


L’Apemaia
Si sveglia il mondo, lo accarezza il sole
Si sveglia l′ape Maia dentro un fiore
Apre i suoi occhi sorridenti
Stropiccia le sue ali trasparenti
Vola, vola, vola, vola, vola l'ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Vola sopra un monte, sfiora il cielo
Per rubare il nettare da un melo
Vola, vola, vola, vola, vola l′ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Il grillo canterino s'è svegliato
Fa la serenata a tutto il prato
In quel prato verde come il mare
L'importante è un fiore da trovare
Vola, vola, vola, vola, vola l′ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Finché il ragno tesse la sua tela
Mentre il vento la sua trama svela
Vola, vola, vola, vola, vola l′ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Vola, vola, vola, vola, vola l'ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Nuvole di panna su nel cielo
Brilla sulla Terra e sotto un melo
Vola, vola, vola, vola, vola l′ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Vola, vola, vola, vola, vola l'ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia
Vola sopra un monte, sfiora il cielo
Per rubare il nettare da un melo
Vola, vola, vola, vola, vola l′ape Maia
Gialla e nera, nera e gialla, tanto gaia

Fonte: http://testicanzoni.mtv.it/testi-Katia-Svizzero_122621/testo-L'Apemaia-8849620
Crediti
Autori: Marcello Marrocchi, Danilo Alberto Ciotti
Anno: 1980

 

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