Dalla Trinità alla stampa nel I Canto dell’Inferno

Giuliana Poli intervista Letizia Pigini.

Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute
(Inferno, Canto I, vv. 103-104)

Letizia Pigini, già art director della Casa Editrice ELI di Loreto (AN) e oggi consulente editoriale, ha scelto per noi, uno dei versi più misteriosi del poema. La signora Pigini è una delle menti della linea editoriale della storica famiglia che ha segnato il passo verso un cambiamento epocale nel campo della formazione, coniugando già dagli anni ’50 la cultura, per fare impresa e dare lavoro e conoscenza. Non a caso, la consulente editoriale ELI ha scelto il verso 103-104 del I Canto dell’Inferno, in quanto racchiude in poche parole, lo spirito che dovrebbe guidare tutte le attività. “Le ricchezze materiali”, afferma la Pigini, “sono certamente piacevoli e, se guardiamo al mondo dell’impresa, fondamentali per la continuità economica, tuttavia se a queste non affianchiamo dei valori, il “peltro” è vano”".

Lei fa parte di una delle famiglie più conosciute in Italia nel campo dell’Editoria, può ricordare la figura di suo zio don Lamberto Pigini che negli ultimi cinquant’anni ha incarnato in qualche misura la figura rivoluzionaria del Veltro dantesco?
Se zio don Lamberto abbia incarnato il Veltro dantesco non so dirlo e credo sia giusto che a identificarlo così non siano i membri della sua famiglia ma le persone che hanno avuto modo di conoscerlo o di apprenderne la storia, tuttavia posso certamente dire che è stato capace di rompere alcuni degli schemi convenzionali che al tempo persistevano. Le prime iniziative imprenditoriali di don Lamberto affondano le radici tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, quando aprì prima una Scuola di riqualificazione professionale (l’OSFIN – Opera San Filippo Neri) per gli operai rimasti disoccupati a causa della crisi della fisarmonica e poi diede vita all’Euroschool – La Giocoscuola, una scuola di inglese per bambini quando ancora l’inglese non veniva insegnato nelle scuole e sicuramente non ai bambini. In quegli anni, era molto accesa la contrapposizione tra lavoratori e imprenditori e molto spesso i sacerdoti, per comprendere meglio quelle dinamiche, si facevano “operai” andando a lavorare in fabbrica. Don Lamberto, invece, volle agire “in prima linea”, prendendo lui le redini delle aziende, sempre mosso però da una mission etica ed educativa, come la formazione professionale o l’insegnamento delle lingue straniere. In sintesi mio zio ha saputo coniugare due mondi apparentemente molto distanti come l’impresa e la Chiesa, riuscendo a infondere – in chiunque lo abbia incontrato – la motivazione per fare altrettanto in altre realtà produttive, un esempio positivo che non verrà certamente dimenticato.

Dante assimila la sapienza-amore-virtù, perché secondo lei? Quanto conta la donna alla riuscita di questo progetto dantesco?
Alcune interpretazioni, da quanto ricordo dai miei studi liceali, vedevano in queste tre parole gli attributi di Dio, in quanto Santissima Trinità. Tuttavia a mio avviso, pur sapendo quanto importante fosse per Dante il simbolismo religioso, credo abbia voluto quasi indicare un percorso. E’ solo con la sapienza, con la conoscenza di noi stessi e dell’altro, che possiamo amare ed è solo amando che possiamo agire in modo virtuoso. Guardo alla nostra casa editrice ELI, il cui motto è “Il piacere di apprendere”. Personalmente sono fiera di aver dedicato per oltre 40 anni le mie energie nell’accrescere la passione per l’apprendimento in tanti giovani, in Italia e in tutto il mondo. Pensare che la sapienza sia uno dei temi fondamentali per il progetto dantesco non può che darci la spinta per proseguire in questa direzione. La donna è un elemento fondamentale per il disegno tracciato da Dante: letterariamente, conosciamo tutti il rapporto tra il poeta e Beatrice, divenuta la donna-angelo per eccellenza tanto da avere il diritto di accompagnarlo in Paradiso. Nel concreto, è evidente come le sensibilità dell’universo femminile contribuiscano alla riuscita di qualsiasi percorso di formazione etica così come lo intendeva Dante. Questo non per un “femminismo” dantesco, ma perché si guardava alla donna come ad una protagonista attiva degli eventi al pari degli uomini. Nel momento in cui si smette di fare distinzioni da questo punto di vista, ci si accorge dell’importanza vitale delle donne non solo nel progetto dantesco, ma in qualsiasi aspetto della vita.

Qual è il personaggio femminile della Commedia più consono a rappresentare oggi la conoscenza e perché?
Rispondere a questa domanda citando Beatrice sarebbe banale e forse anche scorretto: Beatrice rappresenta per Dante l’incarnazione della virtù morale, della purezza, del candore e la rappresentazione dell’Ulisse dantesco ci ha dimostrato che la conoscenza, pur fondamentale, a volte può far venir meno queste caratteristiche. Penso allora che Matelda sia il personaggio più consono a raffigurare la conoscenza. È lei che aiuta Dante a purificarsi nel Purgatorio, è lei a fornirgli indicazioni su come sia organizzato il Paradiso e l’Eden, è lei che lo prepara mentalmente e spiritualmente alla visione del Bene supremo. Trovo bellissimo che Dante affidi a una donna e a Matelda in particolare – che alcuni vorrebbero fosse in realtà Matilde di Canossa, straordinario personaggio del Medioevo italiano – il compito di purificare le anime prima di raggiungere la Felicità e la Beatitudine.

Come sta cambiando il femminile in questo periodo storico e quali saranno i compiti che la donna sarà “chiamata” a svolgere in futuro?
Come in ogni epoca, in questo periodo storico stiamo affrontando decisivi cambiamenti: basti pensare a come la pandemia abbia stravolto le nostre vite in pochissimo tempo, mettendo in crisi interi settori. L’universo femminile sta però reclamando giustamente un suo spazio anche se bisognerà fare attenzione, perché è alto il rischio di sentirsi “altro” rispetto all’uomo e non invece equivalenti al mondo maschile. Serve equilibro e saggezza, la stessa saggezza di Matelda, per adempiere ai compiti che devono svolgere le donne, sia nell’ organizzazione del lavoro sempre più “agile” e quindi sempre più compatibile con la cura della famiglia, sia verso una più spiccata capacità di essere rappresentate istituzionalmente non per “quote rosa” ma per merito e opportunità, sia infine in una più determinante presenza nel mondo culturale. Dante ci vorrebbe così!

Foto Letizia Pigini
Bio Letizia Pigini
Letizia Pigini, nata a Castelfidardo (AN) il 07/07/1958, è consulente editoriale della casa editrice ELI - European Language Institiute, con sede a Loreto (AN).
In passato è stata art director delle edizioni ELI, occupandosi della parascolastica e dei giochi didattici prodotti secondo il metodo del fondatore della casa editrice, don Lamberto Pigini (1924-2021).

Giuliana Poli è giornalista, ricercatrice di antropologia culturale, scrittrice di Tradizione, scrittrice di monografie e testi su opere d’Arte, analista ed esperta d’iconografia ed iconologia di opere d’arte. Analisi semantica del linguaggio dell’Arte e della parola.

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immagine in alto: da pixabay, rhodan59, Dante

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