Che uso farebbe Dante dei mezzi tecnologici? Quali nuove somme visioni ricaverebbe mettendosi alla tastiera di un computer?
Sembra domandarselo, con la consueta ironia, Giuseppe Veneziano, cantore di simboli e idoli della civiltà contemporanea e inventore di spiazzanti combinazioni new-pop. Nelle sue opere spesso provocatorie convivono iconografia alta e bassa, citazione dotta e cultura di massa, immagini tratte dalla storia dell’arte, dai fumetti e dai cartoni animati. Assecondare un’“arte onnivora e anti-gerarchica” è infatti l’obiettivo che il gruppo Italian Newbrow, cui Veneziano appartiene, si è dato al momento della sua nascita una dozzina di anni fa, per riflettere “il mutato clima della società liquido-moderna”.
Classe 1971, siciliano trapiantato a Milano con una laurea in architettura in tasca, nel corso delle sue curiose ricognizioni, in un viaggio decisamente terreno attraverso vicende e protagonisti del passato e dell’attualità, l’artista si è imbattuto anche in Dante. Seduto su una roccia, con la sua veste sfavillante e la corona di alloro, il suo Dante@virgilio.it tiene sulle gambe un vistoso notebook ed è alle prese con la stesura della Divina Commedia grazie ai moderni strumenti di scrittura e di corrispondenza. La penna d’oca è, insomma, un remotissimo ricordo, i messaggi si inviano e si ricevono in tempo reale e le creazioni della fantasia sono altamente supportate dalla navigazione in rete.
Rimane solo un ultimo arduo quesito: l’Alighieri avrebbe optato per un PC o per un Mac?
G.Veneziano, Dantealighieri@virgilio.it, 2012, acrilico su tela, cm 180x120. Courtesy dell’Artista
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