La lingua italiana, primo passo per un’Italia inclusiva

Nel 2022 ha avuto inizio un progetto speciale, nato dalla collaborazione di tre soggetti: la Società Dante Alighieri (per la lingua e cultura italiane)*; Adecco (per l’inserimento lavorativo) e SIA Servizi (Sostegno per l'Inclusione Attiva), impegnati su fronti differenti, ma uniti da un comune intento, favorire l’inclusione linguistica, lavorativa e sociale di persone rifugiate, in condizioni di vulnerabilità, partendo dall’insegnamento della lingua italiana, fino ad arrivare al loro inserimento sociale e lavorativo. 

Il progetto, partito con il titolo “Mobilità lavorativa etica”, è alla sua seconda edizione e quest’anno segue il tema “Inclusion@Work: la via per un’Italia inclusiva”. 

In questa sede proveremo a restituire il racconto di un’esperienza didattica, e prima ancora umana, di grande arricchimento per tutti gli attori coinvolti, partendo – a titolo esemplificativo – dal percorso di studi di una delle classi che quest’anno ha seguito il percorso di lingua italiana di livello A2 e B1 previsto dal progetto, con relativa certificazione linguistica PLIDA, presso la scuola di italiano per stranieri di Roma** della Società Dante Alighieri, ubicata nella storica sede di Palazzo Firenze. 

Iniziando dal racconto di un progetto complesso, fondato su un’azione triangolare molto articolata, rappresentata dai 3 specifici segmenti di inclusione promossi dalla rete di intervento, entreremo in aula, sedendo accanto alle studentesse e agli studenti, per cercare di conoscerne bisogni, aspettative, sogni. 

I docenti della Dante*** - tutti dotati di un considerevole bagaglio d’esperienza specifica con i migranti, e di formazione come docenti, esaminatori (PLIDA, CELI) o formatori (Ditals) - hanno adeguato la didattica a ciascun gruppo-classe, attraverso un’analisi propedeutica dei bisogni linguistico-comunicativi, insieme alla produzione di materiali ad hoc e di test personalizzati, attivando laboratori sperimentali per lo specifico supporto linguistico progettati appositamente per persone vulnerabili in contesto migratorio, secondo le indicazioni del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per le lingue) e del gruppo di lavoro LIAM (Linguistic Integration of Adult Migrants) del Consiglio d'Europa. 
Sono stati considerati tutti e quattro i domini d’uso della lingua – personale, pubblico, educativo e professionale – con particolare enfasi posta su quest’ultimo, con l’intento di sostenere l’immediata spendibilità del percorso di apprendimento. 

L'obiettivo generale è stato accrescere la competenza d'azione, sviluppando conoscenza, consapevolezza, autostima e autonomia. A contenuti prettamente linguistici sono state affiancate attività mirate alla conoscenza del Paese-Italia, all'orientamento rispetto al territorio circostante e alle modalità d'accesso ai servizi, in primis sociali e sanitari. 

La classe oggetto di questo racconto - monolingua ucraina - era composta da 14 donne ucraine e un solo uomo, tra i 20 e i 62 anni, in gran parte laureate in materie scientifiche, economiche, alcune con dottorati in corso e tante con avviate carriere professionali in tutti i settori: dalla sanità al giornalismo, dall’imprenditoria alla ristorazione, dall’ospitalità all’editoriale, al turistico, al contabile, fino all’insegnamento. 

I progressi nell’apprendimento della lingua italiana sono stati evidenti, in alcuni casi molto evidenti, soprattutto negli studenti con nessun contatto precedente con l’italiano. Tutti e tutte hanno completato il percorso di studio con il conseguimento della certificazione PLIDA di livello A2 o B1.  

Dai racconti in classe è emerso che inizialmente in tanti pensavano che sarebbero rimasti in Italia solo qualche mese, tralasciando l’ipotesi di metter mano a progetti di vita italiana o a seri obiettivi linguistici. 
Ma poi, a seguito del perdurare del conflitto, molti apprendenti hanno cominciato a riprogettare la loro vita, chiedendosi se avessero potuto o meno fare in Italia ciò che avevano sempre fatto in Ucraina; se avessero potuto far validare i propri titoli o rendere spendibili la loro formazione e le loro esperienze. Insomma, hanno iniziato a valutare altri punti di vista, altri scenari e altre prospettive. Al completamento del primo percorso di studio della lingua italiana, giunto fino al livello B1, molte di loro hanno deciso di continuare a studiare l’italiano, non solo perché utile ma anche perché “l’italiano è bello” 

Lo stop forzato della vita in Ucraina, in molti casi, ha dato luogo a una riflessione generale sulla propria esistenza, insieme alla capacità di guardare al futuro con occhi nuovi, per trovare il coraggio di affrontare un radicale cambiamento. 

Alcune di loro valuteranno l'opportunità o meno di iniziare l'iter del riconoscimento dei titoli di studio posseduti, magari con esami integrativi, nella speranza di poter proseguire qui le loro professioni; altre hanno già riprogettato un radicale cambiamento; altre ancora non si precludono nessuna scelta e, intanto, vorrebbero continuare a studiare italiano per ambire a profili lavorativi maggiormente qualificati. 

In generale, il percorso intero sembra aver rappresentato un efficace contributo all’emancipazione dei protagonisti del progetto, che si sono assentati molto raramente e in aula hanno sempre garantito livelli di partecipazione e motivazione molto alti.  

A fine corso, il gruppo-classe era animato da persone chiacchierone, che gesticolano mentre parlano, che mangiano spesso pizza e conoscono almeno dieci modi diversi di cucinare la pasta, che cantano Baglioni o De André, leggono Elena Ferrante e guardano la Cortellesi al cinema. 

Volevamo raccontare una bella storia, tra le tragedie della guerra che l’ha originata, perché: “Noi vorremmo che la lingua e la cultura fossero le ultime frontiere da chiudere e per questo la Dante sta cercando spazi di insegnamento per tutti i profughi di guerra in arrivo in Italia” (Andrea Riccardi). 

 

*Lorenzo Rocca è il coordinatore del progetto per la Società Dante Alighieri.  

**Carlo Pirozzi (direttore uscente) e Massimo Aureli (direttore entrante) sono i responsabili didattici della scuola di italiano per stranieri di Roma, della Società Dante Alighieri (anni scolastici 2021/22 e 2023/24). 

 ***Antonella Priori è docente del gruppo classe protagonista del racconto.   

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