Lingua… alla frutta!

 Forse in pochi ricordano che alcune verdure che noi consideriamo tali sono, in realtà, dei veri e propri frutti, o meglio, ortaggi a frutto. Il motivo di questa distinzione, in realtà, è abbastanza semplice: principalmente si tratta di frutti perché contengono semi che hanno il compito di diffondersi, dando vita a nuove piante.  Ve ne vengono in mente alcuni? Tra i più celebri abbiamo il pomodoro, ma anche la melanzana, la zucchina, i cetrioli, le zucche e i peperoni non sono da meno. I fiori di zucca, invece, (lo dice il nome stesso) sono ortaggi a fiore e condividono questa definizione con il carciofo, il cavolfiore, il broccolo e l’asparago: lo sapevate?


Oggi non ci verrebbe mai e poi mai in mente di preparare una sfiziosa macedonia con uno di questi ingredienti, ma dovete sapere che, in realtà, è proprio di verdure la prima macedonia attestata nella storia della cucina italiana! Ne troviamo la ricetta (pezzetti di verdure lesse, ripassate con burro e salse) nella Cuciniera Piemontese (1815), ricettario di Carlo Petrini, in cui l’autore si prefigge l’obiettivo d’insegnare “con facil metodo le migliori maniere di acconciare le vivande, sì in grasso che in magro, secondo il nuovo gusto”. Il testo rappresenta un adattamento del francese Le cusinier gascon (1740) e propone l’italianizzata macedonia su modello della francese macédoine. Con il passare del tempo, il salto dalla verdura alla frutta è stato particolarmente apprezzato, tanto che Pellegrino Artusi – il capostipite della moderna cucina italiana – le ha dedicato un intero paragrafo nel suo La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, definendola “signora Macedonia” e addirittura proponendo il nome tutto nostrano di Miscellanea di frutta in gelo. Una bella scelta, non è vero?! Come sempre, tuttavia, è l’uso dei parlanti che determina la sopravvivenza o meno di una parola, così è accaduto anche per la simpatica proposta di Artusi, purtroppo caduta nel dimenticatoio. Ha invece resistito nel tempo la fresca macedonia, comparsa per la prima volta in un dizionario italiano nel 1918, per arrivare indenne fino ai nostri giorni. 

L’associazione tra l’insalata di frutta e il nome macedonia è dovuta al paragone tra l’eterogeneità dei popoli che ha da sempre caratterizzato la regione balcanica della Macedonia (anche durante l’impero di Alessandro Magno) e la varietà dei frutti che compongono il piatto. Ma in pochi sanno che, già nel Settecento, lo scrittore francese Louis Petit de Bachaumont aveva usato – in tutt’altro contesto, è chiaro – il temine macedonia per indicare un “miscuglio”. In quel caso l’autore si era sbilanciato giudicando un libro “une macédoine littéraire” (cioè “una macedonia letteraria”) e con questa felice espressione ha dato il la ad una vicenda linguistica che, è proprio il caso di dirlo, ha portato i suoi frutti!

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