In un piccolo paese della Francia orientale, a Hauterives, sorge il palazzo Cheval. A vederla, questa curiosa architettura fatta di 100.000 pietre assemblate con malta e cemento e caratterizzata da un’esuberante decorazione appare come lo scherzo di una mente fantasiosa e stravagante. Ma il postino Ferdinand Cheval, che tra il 1879 e il 1912 realizzò l’opera senza possedere alcuna nozione in campo progettuale e costruttivo, credeva seriamente di essersi dedicato a un’impresa eccezionale: rendere concreto il suo sogno. È la storia di un uomo naïf (dal latino nativus, “naturale, primitivo”), anima candida e pura di pensiero, come naïf furono i pittori Henri Rousseau, detto il Doganiere (1844-1910), e Antonio Ligabue (1899-1965): il primo cantore di un mondo esotico e coloratissimo, conosciuto solo sui libri e con l’immaginazione, il secondo della placida natura alpina, ricordo di un’infanzia minata dagli stenti e dalla follia.
Ligabue è anche il protagonista de La campana di Marbach (Guanda) presentato dall’autore Renato Martinoni per la nostra rassegna Pagine di Storia il 25 maggio. Fa parte di una schiera di artisti autodidatti che ha offerto visioni diverse e ha restituito poeticamente aspetti di vita comune, attraverso un linguaggio elementare e immediato. Molti di loro hanno seguito percorsi esistenziali alternativi, spesso ai margini della società ma in stretta connessione e in armonia con la natura. L’arte naïf con cui oggi li identifichiamo si sovrappone al più generale fenomeno del “primitivismo” (XIX-XX secolo), legato alla scoperta dell’arte extraeuropea e all’avvio della circolazione nel Vecchio Continente di manufatti provenienti da luoghi lontani. Una piccola, grande rivoluzione che, da Gauguin a Picasso e andando avanti, determinò nuove modalità espressive e indicò una possibile via per sfuggire ai mali e alle contraddizioni della realtà contemporanea.
In foto:
Il Palazzo Immaginario del postino Cheval a Hauterives.
Henri Rousseau, Il sogno, 1910, New York, Museum of Modern Art.
Foto Flickr, CC BY-NC-SA 2.0
https://www.flickr.com/photos/kebpix/6198258657
Antonio Ligabue, Autoritratto con moto, cavalletto e paesaggio, 1953-54, Collezione privata.
Foto Flickr, CC BY 2.0
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