Ispirati da paesaggi mozzafiato, altezze vertiginose, scalate ripide o semplici escursioni a contatto con la natura, attività sportive o riposanti passeggiate: l’idea della montagna che sfida l’uomo e solo in parte si concede alle sue pretese di conquista è al centro degli scritti che concorrono al Premio letterario nazionale Mario Arpea 2021.
Il Premio, promosso dal Comune di Rocca di Mezzo, un piccolo centro a quasi 1.400 metri di altitudine in provincia dell’Aquila, è alla sua ottava edizione e si conferma un appuntamento atteso e apprezzato dagli amanti della poesia, della narrativa e dalla saggistica di montagna.
Rocca di Mezzo, nel cuore dell’Abruzzo, è circondata dai rilievi montani del Sirente (con cime oltre i 2.400 metri) e del Velino, la cui tutela e promozione è affidata al Parco Regionale che ne prende il nome, “Sirente-Velino”.
L’edizione che sta entrando nella sua fase finale in questi giorni e che si concluderà il 27 agosto con la proclamazione dei vincitori per le 3 sezioni - poesia inedita, poesia edita e narrativa o saggistica - e che quest’anno ha deciso di partecipare alle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante Alighieri istituendo un premio speciale, destinato a personalità del mondo della cultura che si siano distinte nell’ambito degli studi danteschi. La cerimonia di premiazione avrà luogo nel parco di Villa Cidonio, sede dell’ente Parco Regionale Sirente-Velino.
A un paesaggio montano, d’altra parte, si riconduce una delle tre cantiche della Divina Commedia: la montagna del Purgatorio, corrispondente al cono infernale e conseguenza della caduta di Lucifero, sulla cui sommità Dante colloca il Paradiso Terrestre. Il percorso di Dante nel Purgatorio, affidato alla custodia di Catone l’Uticense e popolato da turbe di anime i cui peccati si riducono in gravità al crescere dell’altitudine e al progredire delle cornici, è una scalata a tratti impervia ma che avvicina il Poeta al Paradiso e alla visione di Dio.
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