Canto dopo Canto. La Divina Commedia nei disegni di Tommasi Ferroni

Se Dante è il padre della lingua italiana, lo è anche di buona parte del nostro immaginario collettivo, almeno quello legato ai ricorrenti interrogativi circa le responsabilità delle proprie azioni e il destino che ci attenderà dopo la morte. Luoghi e vicende, personaggi e comparse, rintracciabili nelle memorabili pagine della Divina Commedia, sono divenuti proverbiali, ma ancor di più si sono imposte alla nostra fantasia le traduzioni figurative che ne hanno dato i grandi maestri del passato: da Botticelli a Federico Zuccari, da William Blake a Gustave Dorè, da Rodin a Picasso. Se anche oggi gli artisti si sentono attratti dai versi danteschi, del resto, il motivo rimane uno: Dante, con la sua forza visionaria e con il suo “visibile parlare”, ha costituito e costituisce ancora materia viva e ricca di suggestioni, colta e recepita da coloro che, quasi a voler ricambiare la sfida, parlano per immagini.

La mostra Canto dopo Canto. Cento disegni di Giovanni Tommasi Ferroni ispirati alla Commedia dantesca, inaugurata lo scorso 16 dicembre a Palazzo Firenze in Roma, testimonia il rinnovato dialogo di un artista contemporaneo con il Sommo poeta. Concepita dalla Società Dante Alighieri in occasione del settecentenario della morte dell'Alighieri, in collaborazione con la casa editrice Opera e con il patrocinio del Mic, l'esposizione riunisce un corpus di cento tavole grafiche del pittore toscano, realizzate con tecnica mista su preziosa carta Fabriano. I disegni di Tommasi Ferroni non temono il tempo: la loro sequenza rispecchia la trama e l'articolazione narrativa della Commedia, "canto dopo canto", attraverso un linguaggio grafico di rara eleganza. La selezione delle tappe, nel lungo viaggio tra i tre regni ultraterreni, è tuttavia originale e non sempre scontata, frutto del personale incontro dell'artista con il capolavoro letterario.

A dimostrazione di quanto sia ancora possibile spaziare e addentrarsi tra le pieghe del verbo dantesco, ognuno alla ricerca della propria “diritta via”.

La mostra rimarrà visitabile fino al 14 gennaio 2022.

 

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