Sono molti gli italiani che all’estero si rifiutano di mangiare “italiano”. Sarà perché nei menù della maggior parte dei ristoranti fanno bella mostra gli “spaghetti alla bolognese” o la “Milanese”? Sono tanti i falsi miti della cucina tricolore diffusi nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, dove i nostri connazionali si ritrovarono spesso a lavorare come chef per reinventare pietanze, contaminando ingredienti e abitudini alimentari nazionali con quelli del paese che li ha accolti.
È questo il caso della Caesar salad, l'insalata più famosa del mondo - insieme alla caprese, la greca e la nizzarda – che vanta natali italo-messicani. Sembra infatti che il piatto sia nato dalla fantasia di un cuoco italiano di stanza a Tijuana, nel ristorante di un noto hotel dove dava prove di maestria culinaria. È qui che nell’estate del 1924 Cesare Cardini conquistò i palati dei suoi ospiti miscelando ingredienti e sapori mediterranei con quelli statunitensi, dando vita a un piatto unico che, come succede a ogni cuoco passato alla storia, prese il suo nome. Mise insieme foglie di lattuga romana, accompagnate da crostini all'aglio e irrorate di salsa Caesar, preparata con tuorli, olio extravergine di oliva, parmigiano, salsa worcestershire e poi, in base alle fonti, anche acciuga, senape e pepe nero.
Oggi l’insalata di Cesare è nei menù di molti ristoranti internazionali, ma con la maionese, il pollo e il bacon; i crostini all’aglio e soprattutto il “parmesan” tradiscono l’approccio del cuoco italiano emigrato nei primi del Novecento che la inventò, ma oggi, se volete gustare una Caesar salad chiedete almeno che sia con il VERO parmigiano e con l’olio EVO, niente maionese per favore!
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