Se siete amanti dei fumetti, forse vi sarete chiesti qual è il capostipite di questo genere letterario. La vera sorpresa è che la risposta a questa domanda è stata totalmente rivoluzionata nel 1999, poco più di vent’anni fa! Allora, infatti, un volume scoperto dallo storico e rivenditore Robert Lee Beerbohm tolse il primato all’americano The Yellow Kid (che dal 1895 mantiene comunque il primato del primo fumetto a colori della modernità), per consegnarlo allo svizzero Les Amours de Mr. Vieux-Bois. A quanto pare, fu grazie ad un consiglio di Goethe (sì, proprio lui!), che nel 1827 il suo amico Rodolphe Topffer decise di raccontare brevi storie usando il linguaggio figurato e da questa vicenda nacque il fumetto che qualche anno dopo venne tradotto e pubblicato anche in Francia, Inghilterra e Stati Uniti con il titolo di The Adventures of Obadiah Oldbuck. Pensate un po’, parliamo esattamente del primo comic book stampato negli U.S.A.! Sappiate che, nel 1999, non solo la rivista specializzata Overstreet Price Guide parlò dello sconvolgente ritrovamento di Beerbohm, ma il volume arrivò in visita anche in Italia al famoso Lucca Comics, per poi portare le Edizioni Napoli COMICON a pubblicarlo per la prima volta in Italia nel 2003.
Durante la nostra ricostruzione storica abbiamo citato l’espressione comic book perché, in inglese, il termine comics traduce il nostro fumetti. Sicuramente possiamo notare che, nonostante la parola inglese significhi letteralmente “cose che fanno ridere”, non sempre i fumetti sono dei testi umoristici. Un’altra espressione spesso utilizzata come sinonimo di fumetti è graphic novel, ossia “romanzo a fumetti”. Questo termine, in origine, si riferiva ad un preciso genere di fumetti (lungo, basato su temi di attualità e privo delle interruzioni tipiche delle strisce), ma oggi il mercato editoriale lo usa in senso più generico, tanto da includervi – ad esempio – i manga giapponesi. A proposito dell’espressione graphic novel, è sorto un dibattito sul suo genere grammaticale: dovremmo declinarla al maschile, basandoci sull’inglese novel “romanzo”, o al femminile per via dell’italiana novella? L’Accademia della Crusca, affrontando l’argomento, sottolinea come – nonostante il genere maschile sia preferibile – la locuzione è largamente usata e accettata anche al femminile, tanto da essere ormai registrata così da molti dizionari.
Proseguendo il nostro viaggio tra le parole del fumetto, non possiamo tralasciare un terzo sinonimo, giunto fino a noi direttamente dalla cultura pop giapponese, ovvero manga. Questa parola significa letteralmente “disegno scherzoso” ed è usata per identificare i classici fumetti giapponesi di tema fantastico, avventuroso o erotico. L’espressione è nata nel Settecento ma si è affermata in Giappone nella prima metà dell’Ottocento grazie ai volumi di illustrazione di Katsushika Hokusai, intitolati Ede-hon Hokusai manga “Disegni di Hokusai – Raccolta di esempi illustrati”. È poi arrivata in Europa nel 1867, grazie all’Esposizione Universale di Parigi, dove espose anche Hokusai, ma si è diffusa capillarmente in Italia negli anni Novanta del Novecento, grazie alla produzione televisiva delle anime, “serie animate” ispirate proprio ai manga di maggior successo.
La nostra passeggiata tra gli albi illustrati potrebbe durare all’infinito, ma per ora ci fermiamo per fare una sosta dedicata alla parola vignetta, che abbiamo tanto usato anche in questo articolo. Si tratta di un vocabolo entrato in italiano dal francese vignette e che descrive il “riquadro contenente una singola scena della striscia o della tavola”. Tuttavia, non immaginereste mai che questo nome affonda le sue radici addirittura nel Medioevo, tra i manoscritti degli amanuensi! Infatti, le illustrazioni presenti in questi pregiatissimi testi realizzati a mano prevedevano la presenza di cornici decorative che ne delineassero i contorni, oppure ornamenti che fuoriuscissero dalle lettere iniziali, proseguendo nei margini. Ecco, dunque, comparire con questa funzione i tralci di vite – elementi della vigna – da cui ha preso ispirazione la nostra vignetta moderna. Quante cose non sapevamo, e quante ancora abbiamo da scoprire sul favoloso mondo dei fumetti?!
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