I filosofi, per la loro abitudine a ragionare sulle cose, sono sempre stati considerati dall’opinione pubblica delle persone sagge e pazienti; di qui nasce il detto prendere la vita con filosofia, ossia “non arrabbiarsi o scoraggiarsi troppo di fronte ad un imprevisto della vita”. Cosa che, a dire la verità, non è sempre facilissima!
La parola filosofia deriva dal greco philòs “amore/desiderio” e sophìa “saggezza, conoscenza”; parliamo quindi di un’attività conoscitiva che indaga i principi della realtà. La stessa parola può indicare anche “il pensiero di un filosofo” (es. La filosofia di Platone) o per estensione “la concezione della vita e del mondo di una persona” (es. La mia filosofia è “vivi e lascia vivere”). Anche le aziende possono avere una filosofia (business philosophy), che generalmente abbraccia lo scopo dell’azienda (mission) e le sue prospettive per il futuro (vision). Nel linguaggio quotidiano, possiamo usare scherzosamente o in modo spregiativo l’espressione essere un filosofo in riferimento a chi “si esprime in modo troppo astratto, rigoroso e complesso” o che “crede di avere sempre ragione” (es. «Con i problemi degli altri sono tutti filosofi»). Negli ultimi anni, grazie al successo della saga di Harry Potter scritta da J. K. Rowling, è tornato in auge anche l’aggettivo filosofale accostato alla leggendaria pietra che, secondo gli alchimisti medievali, avrebbe permesso di trasformare i metalli in oro e ottenere l’elisir di lunga vita. Un altro termine della stessa famiglia è l’aggettivo sofistico, che originariamente si riferisce ai filosofi sofisti (retori del V e IV sec. a. C.) ma che nella lingua di tutti i giorni, già dal Cinquecento, viene usato per descrivere “chi è eccessivamente critico, cavilloso, schizzinoso, e trova da ridire su tutto”. Ancora, un derivato del sostantivo sofista è l’aggettivo sofisticato che nel Novecento ha acquisito in italiano il significato di “chi mostra ricercatezza e raffinatezza eccessive” (dall’inglese sophisticated), ma che fino ad allora veniva usato per le sostanze “artefatte, contraffatte, adulterate” (ad es. vino sofisticato, contrapposto a quello non genuino).
Continuando a saccheggiare il lessico della filosofia, ci accorgiamo di usare nel quotidiano anche la parola logica. Si tratta di un termine che indica la parte della filosofia che “studia i metodi e i principi che consentono di distinguere i ragionamenti corretti da quelli scorretti”. Ciò che definiamo con l’aggettivo logico è dunque “razionale” e “ragionevole”: di conseguenza le espressioni a fil di logica e a rigor di logica vogliono dire “secondo la logica”, come l’avverbio logicamente.
Concludiamo con il concetto di relativismo che, a spiegarlo a parole, si potrebbe riassumere in una frase della canzone Dipende di Jarabe De Palo: “Da che punto guardi il mondo tutto dipende”. Si tratta infatti di “un atteggiamento del pensiero che nega l’esistenza di verità oggettive e assolute”: la conoscenza della realtà ha un valore da mettere in relazione al singolo osservatore, quindi non è uguale da tutti i punti di vista. Ce ne accorgiamo quando utilizziamo la frase di Albert Einstein tutto è relativo (originalmente preceduta da: “nulla è assoluto”), cioè “ogni evento si riferisce ad una specifica circostanza e non ad un’altra”, ma anche quando in politica si parla di maggioranza relativa e non assoluta, cioè “il minimo requisito perché una decisione venga approvata”. Insomma, senza saperlo, siamo un po’ filosofi anche noi!
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