Negli ultimi anni abbiamo riscontrato che il tema della valutazione linguistica incontra sempre più interesse tra i docenti; i motivi alla base sono molteplici e spaziano dal diffondersi di una cultura della certificazione linguistica in Italia alla crescente presenza di studenti stranieri nelle nostre scuole. La certificazione PLIDA, come le altre certificazioni internazionali, ha l’esigenza di standardizzare la valutazione, per fare sì che l’esame si svolga nelle stesse condizioni in qualsiasi parte del mondo. La valutazione della prova orale è affidata ai centri locali che basano le loro valutazioni su criteri forniti dal PLIDA; per raggiungere un’interpretazione corretta e condivisa di questi criteri è necessario predisporre degli strumenti per la formazione e l’aggiornamento continui. In quest’ottica, la Società Dante Alighieri ha promosso un percorso di formazione a distanza (PLICO) per i commissari dei centri d’esame PLIDA; in questo corso si svolgono delle attività e si interagisce attraverso il forum su diversi argomenti legati alla valutazione linguistica.
In una discussione lanciata sul forum nel ciclo di PLICO che si è appena concluso (il XVIII) è stato chiesto ai partecipanti di descrivere gli aspetti caratteristici del livello B1 in base alla loro esperienza di esaminatori e/o di insegnanti. Oltre alle caratteristiche tipiche del livello, come la quotidianità e la familiarità degli argomenti con cui ci si confronta, molti dei partecipanti hanno associato il livello B1 all'idea di "inizio", che in effetti richiama quella di livello “soglia” descritta nei primi documenti elaborati dal Consiglio d’Europa. Usando le loro parole (raccolte nel wordcloud qui sotto), comincia a questo livello un certo grado di autonomia e consapevolezza che nel livello B2 troveranno pieno sviluppo.
E voi cosa ne pensate? (Per maggiori informazioni sui corsi: https://www.dante.global/it/certificazioni/certificazione-plida; https://plida.it/formazione-docenti/corsi-plico.html)
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