I Geoparchi sono siti e paesaggi di grande interesse geologico. Il loro nome si compone del prefisso di origine greca geo-, che indica “ciò che è relativo alla Terra”, e della parola parco, entrata in italiano nel Dodicesimo secolo probabilmente su modello del francese parc, per indicare “un’area naturale recintata”. In queste località così particolari possiamo imparare molto sull’età e la storia del nostro pianeta, sulle risorse naturali che vengono estratte dalla terra e sui rischi correlati ai grandi fenomeni geologici, come terremoti, vulcani e tsunami.
Tra le più prestigiose iniziative sui geoparchi c’è il programma UNESCO Global Geoparks, nato nel 2001 per identificare delle speciali zone che possiedono un patrimonio geologico di valore internazionale. Per ottenere questo titolo, i siti geologici devono essere gestiti da enti riconosciuti a livello nazionale, devono impegnarsi a promuovere lo sviluppo economico locale attraverso il geoturismo (ossia fornendo visibilità al patrimonio naturale che conservano), e sono tenuti a cooperare con gli altri Geoparchi per migliorarsi reciprocamente, apprendendo buone pratiche dalle diversità che caratterizzano i vari ambienti.
Ad oggi, sono 44 i paesi che ospitano almeno un UNESCO Global Geopark, con in testa la Cina (ben 41 siti), seguita dalla Spagna che ne vanta 15. L’italia si colloca al terzo posto con 11 geoparchi: Adamello-Brenta (Trentino Alto Adige), Alpi Apuane (Toscana), Beigua (Liguria), Cilento- Vallo di Diano e Alburni (Campania), Madonie (Sicilia), Pollino (Basilicata e Calabria), Sesia Val Grande (Piemonte), Rocca di Cerere (Sicilia), Parco Minerario Toscano (Toscana), Aspromonte (Calabria) e Maiella (Abruzzo), nominato proprio lo scorso aprile 2021.
Nell’ambito dei geoparchi, oltre al già citato geoturismo (turismo nelle aree geologiche), non possiamo non parlare di geositi (luoghi di rilevanza geologica) e di geodiversità (diversità di caratteri geologici, geomorfologici e idrologici presenti in un'area). Come si può facilmente intuire, questi termini – non particolarmente comuni – si formano ricalcando la struttura di altre parole già esistenti come cicloturismo (turismo in bicicletta) o biodiversità (varietà di forme di vita animali e vegetali presenti in un’area), sostituendo la prima parte del composto proprio con il prefisso geo-. Con lo stesso meccanismo di formazione sono nate in tempi più lontani molte altre parole, come i termini di origine greca geometria “misurazione della terra” (da cui poi “la branca della matematica che si occupa delle figure”) e geografia “descrizione della terra”.
In altri casi di origine più recente, invece, il prefisso geo- presente all’interno di altre parole composte non si riferisce alla Terra ma è un accorciamento del termine geografia; prendiamo ad esempio la parola geopolitica che indica la “scienza che studia le ragioni geografiche dei problemi politici”, oppure il termine proprio della linguistica geosinonimo, che indica “delle parole di significato uguale ma forma diversa a seconda dell’uso e della provenienza geografica”, come ad esempio il babbo (toscano) e il più diffuso papà; l’anguria (a nord), il cocomero (al centro) e il melone d’acqua (al sud) o il formaggio (a nord) e il cacio (al sud).
In foto: Parco Naturale Adamello Brenta-Geopark
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