Quando utilizzare le maiuscole?

Tra le abitudini che si sono perse a causa dell’utilizzo prevalente della scrittura su smartphone per le comunicazioni quotidiane, c’è anche l’uso corretto delle maiuscole. Il T9, infatti, spesso modifica autonomamente i testi che scriviamo e noi, sempre di fretta, o non ricontrolliamo quello che inviamo oppure, se lo facciamo e ci accorgiamo dell’errore, non correggiamo, nella speranza che chi riceve potrà comunque capire poiché oramai abituato a un linguaggio disattento come quello dei messaggi brevi di testo.
Tra le vittime del T9 si annoverano le lettere maiuscole: come tutti gli altri elementi della frase tuttavia, anche queste hanno la loro ragione d’essere. A cosa servono e quando è obbligatorio, dunque, metterle?
Per prima cosa, è necessario mettere in maiuscolo tutte le parole ad inizio di un testo (o di una sua parte, come ad esempio ad inizio paragrafo), dopo un punto fermo e in apertura di una battuta in un discorso diretto. Ciò è utile a sottolineare l’avvio di un discorso ed eventualmente la conclusione di un discorso precedente.
In maiuscolo vanno inoltre tutti i nomi propri: di persona (Anna Rossi), compresi soprannomi e appellativi (Giovanni chiamato il Rosso); di animali (Fido); di città (Roma); di strade e di luoghi geografici (se accompagnati da un nome comune, questo può essere messo in minuscolo: via dei Prefetti, mar Mediterraneo, lago Trasimeno, il Palermitano); dei punti cardinali quando indicano un’area (il Sud del nostro paese); di festività (Capodanno); di enti ed istituzioni (la Chiesa); di palazzi, musei e luoghi pubblici (il Teatro Petruzzelli); di correnti culturali (il Decostruttivismo); di epoche, decenni o periodi storici (solo per la prima parola se composti da più parole: il Settecento, gli anni Novanta, la Rivoluzione francese).
A questi si aggiungono le sigle (CGIL, Confederazione generale italiana del lavoro) e le iniziali di tutti i titoli – libri (I fratelli Karamazov), opere d’arte (Guernica), film (2001: Odissea nello spazio), canzoni (Volare), ecc. –, i quali vanno inoltre distinti dal corpo del testo e messi tra virgolette oppure in corsivo.
Nel caso di comunicazioni formali per iscritto, è inoltre ammesso l’uso del maiuscolo per i titoli e per i pronomi (es: Gentile Professore, Le scrivo per chiederLe un’informazione).
Vi è infine un uso molto informale del maiuscolo che servirebbe, in pratica, a rendere in forma scritta un’espressione pronunciata con tono enfatico (ad es.: NO! NON FARLO!) e che sarebbe corretto limitare al massimo.

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