La volta celeste ci ha da sempre fatto sognare immaginando incredibili mondi, forse popolati, al di sopra delle nostre teste. Sin dall’antichità l’uomo ha cercato di dare un nome, una storia e un volto alle realtà naturali grazie al racconto mitico e da queste narrazioni ha attinto anche la lingua che parliamo ancora oggi.
Così, la parola galassia, che utilizziamo in astronomia per descrivere “un insieme di stelle, gas e polveri”, deriva dal mito greco secondo il quale Zeus (re degli dei) avrebbe utilizzato uno stratagemma per far allattare dalla moglie Era il bambino concepito con l’amante mortale Alcmena: Eracle. Solo nutrendosi del latte della dea Eracle sarebbe divenuto immortale. Tuttavia il bimbo, stringendo con troppa forza il seno di Era, le fece spargere nel cielo alcune gocce di latte che divennero la Via Lattea, ossia la strada da percorrere per raggiungere l’Olimpo. Alla luce del mito, e dell’etimologia greca della parola galaxìas “latteo, che è simile al latte”, le espressioni Via Lattea e Galassia (con la G maiuscola) sono sinonimi. Si sottolinea l’importanza dell’uso della lettera maiuscola esclusivamente quando con Galassia vogliamo indicare la galassia che ospita il nostro Sistema Solare (assieme ad altri 300 miliardi di stelle), perché la stessa parola, scritta con l’iniziale minuscola, può invece essere utilizzata per indicarne una dei circa 2000 miliardi che compongono l’immenso universo.
In moltissime lingue europee la Via Lattea si chiama allo stesso modo, grazie alla diffusione del modello greco tramite il latino, ma in diversi casi i suoi nomi richiamano altre affascinanti storie. Ad esempio, in Asia orientale (in cinese, giapponese, vietnamita e hindi) la Via Lattea è definita fiume d’argento o fiume celestiale. In particolare, in Cina e Giappone è diffusa la leggenda degli amanti Zhi Nu, la Principessa Tessitrice (Vega) e Niu Lang, il Guardiano dei Buoi (Altair) che dà origine ad una festività dedicata agli innamorati: Qi Qiao Jie (in Cina) e del Tanabata (in Giappone). A causa della loro passione, i due giovani avrebbero trascurato le loro attività celesti (rispettivamente, tessitrice di albe e tramonti e guardiano di buoi), facendo adirare la regina del cielo che li separò creando un fragoroso fiume d’argento tra i due, la nostra Via Lattea. Da allora, gli innamorati possono incontrarsi una sola volta all’anno il settimo giorno del settimo mese lunare del calendario cinese, attraversando il fiume su un ponte di gazze. In Armenia e in gran parte dell’Asia centrale e dell’Africa occidentale, invece, il nome della Via Lattea è La via del ladro di paglia perché la leggenda vuole che in una fredda notte d’inverno il dio del fuoco Vahagn abbia rubato della paglia al re assiro Barsham per donarla agli armeni e che fuggendo ne abbia fatta volare un po’ nel cielo, dando origine alla Via. In altre nazioni la Via ha preso il nome di un santo, come Il Camì de Santiago in catalano e Camino de Santiago in spagnolo, La strada di Sant’Anna in maltese o La via romana in sloveno perché i pellegrini la seguivano per recarsi nei luoghi di culto indicati.
L’aggettivo galattico ha poi acquisito più recentemente il significato di “immenso, smisurato, straordinario, incredibile, magnifico”, derivante dall’ingresso dell’astronomia e dell’astrofisica nel mondo della letteratura fantasy.
La canzone della settimana
Eugenio Finardi scrive Extraterrestre in uno dei massimi periodi di ribellione musicale, raccontando la storia di un uomo che segue un’illusione: quella di trovare la felicità cambiando paese o, in questo caso, pianeta. In un primo momento sembra riuscirci, grazie all’aiuto di un extraterrestre che lo porta su “un pianeta su cui ricominciare”, ma dopo un po’ di tempo inizia nuovamente a sentirsi vuoto, senza uno scopo e solo, decidendo così di provare a mettersi ancora in contatto con l’alieno per poter “tornare a casa” e “ricominciare”.
Qualcuno, conoscendo il periodo storico e le vicende personali di Finardi, ha ipotizzato che l’extraterrestre e il pianeta alternativo su cui vivere rappresentino la droga; negli anni Settanta, infatti, era diffuso l’uso della sostanza psichedelica LSD, il cui utilizzo provoca potenti reazioni allucinogene, connesse a stati d’animo spesso privi di ansie e preoccupazioni. Nei primi anni di sperimentazione dell’LSD come farmaco psichiatrico si ipotizzò anche che la sostanza potesse incrementare la creatività artistica, dinamica che alcuni hanno ritrovato nella frase “si esercitava continuamente per sviluppare quel talento latente che è nascosto tra le pieghe della mente”. Tuttavia, il messaggio finale è chiaro: dopo un po’ di tempo, paura, insicurezza e amarezza sono riapparse e c’è bisogno di “tornare indietro”.
Extraterrestre
C'era un tipo che viveva in un abbaino
Per avere il cielo sempre vicino
Voleva passare sulla vita come un aeroplano
Perché a lui non importava niente
Di quello che faceva la gente
Solo una cosa per lui era importante
E si esercitava continuamente
Per sviluppare quel talento latente
Che è nascosto tra le pieghe della mente
E la notte sdraiato sul letto, guardando le stelle
Dalla finestra nel tetto con un messaggio
Voleva prendere contatto, diceva:
"Extraterrestre, portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre, vienimi a cercare
Voglio un pianeta su cui ricominciare"
Una notte il suo messaggio fu ricevuto
Ed in un istante è stato trasportato
Senza dolore su un pianeta sconosciuto
C'era un po' più viola del normale
Un po' più caldo il sole, ma nell'aria un buon sapore
E terra da esplorare, e dopo la terra il mare
Un pianeta intero con cui giocare
E lentamente la consapevolezza
Mista ad una dolce sicurezza
"L'universo è la mia fortezza!"
"Extraterrestre, portami via
Voglio una stella che sia tutta mia
Extraterrestre vienimi a pigliare
Voglio un pianeta su cui ricominciare!"
Ma dopo un po' di tempo la sua sicurezza
Comincia a dare segni di incertezza
Si sente crescere dentro l'amarezza
Perché adesso che il suo scopo è stato realizzato
Si sente ancora vuoto
Si accorge che in lui niente è cambiato
Che le sue paure non se ne sono andate
Anzi che semmai sono aumentate
Dalla solitudine amplificate
E adesso passa la vita a cercare
Ancora di comunicare
Con qualcuno che lo possa far tornare, dice:
"Extraterrestre, portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre, vienimi a cercare
Voglio tornare per ricominciare!"
"Extraterrestre, portami via
Voglio tornare indietro a casa mia
Extraterrestre, non mi abbandonare
Voglio tornare per ricominciare!"
FONTE
CREDITI
AUTORI: Eugenio Finardi
ANNO: 1978
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