Il 16 aprile (su Robinson di Repubblica), Claudio Strinati ha recensito il nuovo libro di Alessandro Masi L'artista dell'anima. Giotto e il suo mondo, edito da Neri Pozza e in libreria dal 22 marzo scorso. Il libro approfondisce il tempo e la vita dell’uomo che fu “simbolo stesso della novità nelle arti figurative", segnò il passaggio dallo stile bizantino a quello geometrico-prospettico basato sulla prospettiva e "sul recupero dell’idea classica dell’arte che imita convincentemente la realtà".
Strinati illumina i passaggi del libro dove, alludendo agli aspetti più misteriosi ed enigmatici della vita di Giotto, Masi delinea una triade ideale, quasi geometrica, all'origine dell’arte figurativa, della poesia e della spiritualità per come oggi le conosciamo. Il collegamento è quasi un triangolo (prospettico?) dove le vite di Giotto e Dante Alighieri si associano a quella di San Francesco.
Anche se si tratta di uno dei pittori più familiari alla cultura popolare, "su Giotto si scrive poco - ricorda Strinati - e il libro di Alessandro Masi [...] ripropone cognizioni e meditazioni latenti in ognuno di noi ma da qualche tempo accantonate dal dibattito storico- artistico". Tra queste meditazioni, accanto agli spunti storici o saggistici che si sarebbero potuti benissimo innestare sulla capacità innovativa di Giotto, spiccano quelle sulla sua nascita, contornata di leggende, e sulla sua morte. Il risultato, secondo il critico, è "un solenne e commovente bilancio di un’esistenza gloriosa destinata a fama imperitura” e una conclusione che evoca gli ambienti iniziatici di cui Dante e Giotto verosimilmente fecero parte.
Il libro esprime più voci: “della nostra contemporaneità sobria e vigilata; quella dei tempi di Giotto stesso intarsiata di evocazioni e citazioni di letterati, cronisti, poeti, filosofi e commercianti, teologi e amministratori; quella tecnica del mestiere dell’artista sui materiali, sulle procedure, sulle pratiche di bottega; quella dei linguaggi specifici dell’epoca, della quotidianità come della Dottrina." Quasi un coro per indicare Giotto-Francesco-Dante come base stabile della nostra modernità, e Strinati la fa risalire ancora più indietro, sino a "Confucio, Buddha, Socrate, Seneca, Gesù Cristo, Sant’Agostino, Maometto [...] e i viaggi di Marco Polo". Un tratteggio che, nel libro di Masi, si snoda attorno al “Cantico delle creature” di San Francesco, la prima espressione di poesia in volgare italiano.
Autore: Alessandro Masi
Editore: Neri Pozza
Collana: I colibrì
Anno edizione: 2022
Pagine: 176 p., brossura
EAN: 9788854523791
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